«Rivolgiamo un appello a tutti i cittadini, giovani e anziani, perché votino e si impegnino durante il periodo pre-elettorale e alle elezioni europee». Il messaggio arriva dalla Comece, la Commissione degli episcopati della Comunità europea che a 100 giorni dal voto per il rinnovo del Parlamento europeo pubblica oggi una “dichiarazione” in vista delle elezioni europee. «Ricostruire comunità in Europa» è il titolo che i vescovi hanno voluto dare al loro messaggio che insiste sulla “responsabilità” dei cittadini dell’Ue nel decidere in questo passaggio di legislatura. Il loro voto, scrive la Comece, presieduta da mons. Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo, «condizionerà decisioni politiche che avranno conseguenze tangibili sulla nostra vita quotidiana per i prossimi cinque anni». Le elezioni di maggio, scrivono i vescovi, «arrivano nel momento giusto per compiere scelte politiche che sostengano una rinnovata fratellanza tra le persone e rilancino il progetto europeo».
Numeri da record per Erasmus+, probabilmente il programma europeo più conosciuto dall’opinione pubblica, che consente ai giovani di vivere un periodo di formazione in un altro Paese. La conferma viene dalla relazione annuale per il 2017 stilata dalla Commissione Ue a fine gennaio. «Nel 2017, l’Ue ha investito nel programma la cifra record di 2,6 miliardi di euro, con un aumento del 13% rispetto al 2016. Grazie a tali investimenti – si legge – il numero di opportunità offerte ai giovani è oggi più elevato che mai». In quell’anno il programma Erasmus+ ha fornito sostegno «a un numero record di persone – quasi 800mila – permettendo loro di studiare, seguire una formazione o fare volontariato all’estero, con un aumento del 10% rispetto al 2016». Inoltre il programma ha finanziato la cooperazione tra enti di istruzione, organizzazioni giovanili e imprese.
Trasparenza e correttezza. Le nuove regole sulle funzioni del Parlamento europeo riguardano i comportamenti dei deputati, comprese le regole sulla trasparenza e le misure per prevenire le molestie psicologiche e sessuali, le interrogazioni parlamentari al Consiglio dei ministri dell’Ue e alla Commissione europea e le condizioni da rispettare per costituire un gruppo politico. Il testo approvato dagli europarlamentari include anche una garanzia di trasparenza degli incontri tra i deputati impegnati nella preparazione di un atto legislativo e i rappresentanti delle organizzazioni che hanno un interesse in merito.
La campagna di comunicazione avviata dal Parlamento europeo “risponde a un compito, a un dovere istituzionale: si tratta infatti di trasmettere ai cittadini l’importanza delle elezioni di maggio, il loro valore democratico, con le conseguenze politiche che ne derivano. Inoltre, vi è l’intento di far conoscere ciò che il Parlamento europeo, e l’Ue nel suo insieme, hanno realizzato per gli stessi cittadini”. Jaume Duch, spagnolo, portavoce e direttore generale della comunicazione dell’Europarlamento, declina per il Sir gli intenti della campagna di informazione e le iniziative che saranno messe in atto per invitare alle urne, nei giorni 23-26 maggio, i 400 milioni di elettori dei 27 Paesi membri. In gioco ci sono 705 seggi da eurodeputato, ma soprattutto si intravvede una campagna elettorale al calor bianco. L’Europa è a un bivio e i cittadini sono chiamati a scegliere tra progetti politici per certi aspetti alternativi: europeisti (senza negare che l’Unione abbia bisogno di riforme) o euroscettici.
L’ultima nata è “Citizens’ App”. La scadenza del voto europeo questa volta sembra aver dato gambe alla comunicazione con i cittadini. Forse la preoccupazione per i populismi che stanno prendendo piede in molti paesi ha fatto capire lo scollamento tra realtà locali e Istituzioni. E così il Polamento europeo corre ai ripari e da qualche giorno è disponibile una nuova applicazione mobile, progettata dal Parlamento europeo, per aiutare i cittadini a scoprire ciò che l'Ue ha fatto, sta facendo e intende fare.
Rafforzare l’identità europea anche in internet - e quindi nel mercato on line - e soddisfare le esigenze di un ambiente digitale in continua evoluzione: questo il motivo per cui il Parlamento europeo il 31 gennaio scorso ha adottato nuove regole per ".eu". Il dominio Internet di primo livello ”.eu” è l'ottavo codice paese più grande su Internet e ha oltre 3,7 milioni di registrazioni. Per soddisfare le esigenze di un ambiente digitale in continua evoluzione, il Parlamento europeo il 31 gennaio scorso ha adottato nuove regole.
Tornare a discutere con Bruxelles e portare a casa un accordo entro il 13 febbraio. È il mandato - quasi una “mission impossible” - dei Comuni a Theresa May. Accordo simile a quello bocciato a novembre dal Parlamento britannico ma senza i vincoli della frontiera irlandese. Theresa ci proverà ma la levata di scudi è pressoché totale. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. ha dichiarato che "L'accordo raggiunto è e resta il migliore ed unico modo per assicurare una uscita ordinata della Gran Bretagna dall'Ue. Il backstop è parte di quell'accordo, che non è aperto a nuovi negoziati”.
A Strasburgo è stata concordata in via informale una proposta che introduce sanzioni nei confronti dei partiti politici europei che violano deliberatamente la protezione dei dati per manomettere le elezioni europee. Le nuove disposizioni concordate dai negoziatori del Parlamento e del Consiglio sono volte a proteggere il processo elettorale dalle campagne di disinformazione online basate sull'uso improprio dei dati personali degli elettori. Alcuni casi recenti, come lo scandalo Facebook / Cambridge Analytica, mostrano come le vulnerabilità dei sistemi di protezione dei dati possano minare il dibattito democratico e le elezioni libere.
Giovani e bambini dovrebbero essere tra i principali beneficiari. Gli eurodeputati del comitato per l'occupazione - gruppo di lavoro del Parlamento europeo - hanno proposto di rafforzare il finanziamento del Fondo sociale europeo Plus nel bilancio a lungo termine dell'Unione 2021-27 di circa il 19% rispetto alla proposta della Commissione europea, aumentando da circa 89,6 miliardi a circa 106,8 miliardi di euro e di questi 105,7 miliardi saranno gestiti congiuntamente dall'Unione europea e dagli Stati membri. Il mandato per avviare i negoziati con il Consiglio è stato approvato con 543 voti a favore, 81 contrari e 64 astensioni. I deputati ora solleciteranno il Consiglio ad adottare una posizione e avviare i negoziati il prima possibile.