Con l'opera "Cammino naturale", l'artista romana ha messo piede per la prima volta all'Arcella, invitata dall'associazione Domna che, assieme ad altre associazione, sta dando nuova vita a uno spazio collettivo chiamato Alveare Arcella nel piazzale Azzurri d'Italia. Nelle sue opere, che siano quadro o murales, ci invita a vivere scenari onirici e colorati come in uno sfondo di Hayao Miyazaki e dello Studio Ghibli. La leggerezza che lega i suoi interventi e i personaggi appartengono a un altro mondo, color pastello, fatto di pennuti, tartarughe marine, balene - animati ma di ferraglia - che vorticano in luoghi eterei governati da figure umane sospese.
Giovedì 29 aprile, la sala Technicolor ha registrato il tutto esaurito (nella disposizione di riempire la capienza massima al cinquanta per cento) per la proiezione del film “Due”, in presenza del regista Filippo Meneghetti, selezionato per rappresentare la Francia agli Oscar e Golden Globe 2021 nella categoria per il miglior film in lingua straniera. Un evento a tutti gli effetti, una risposta avvolgente degli spettatori che premia un cinema di quartiere di tre sale, ma dall’importante storia essendo stato nel 1996 la prima multisala in Veneto.
I suoi uccellini multicolorati sparsi un po’ ovunque a Padova, anche all'Arcella, ma volano delicati e si posano su muri screpolati, pareti, giostre, barche arenate disseminati in altri luoghi nascosti d’Italia. È il piacere del perdersi scovando proprio le piccole cose come scriveva Dostoevskij. La sua arte, minuta e delicata, si inserisce un un quadro urbano artistico che ne fa di Padova un palcoscenico sempre più variopinto
Voci e strumenti diversi che, sulle note di un classico della canzone italiana, conversano a distanza e chiedono a tutti di impegnarsi nel contrasto alle discriminazioni. In occasione della XVII Settimana d’azione contro il razzismo, che si tiene dal 21 al 27 marzo 2021, la cooperativa Il Sestante con l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali ha realizzato il progetto "The Sound of diversity": un video, sulle note del celebre brano di Tony Renis, nel quale musiciste e musicisti, cittadini e volontari italiani e stranieri hanno cantato e suonato all'unisono in luoghi simbolo di Padova, una delle poche città italiane a essere attraversata da un percorso di pace e di non violenza.
Numeri civici che si sovrappongono a quelli precedenti senza cancellarli. Così come i cognomi scritto con pennarello e su un'etichetta sui campanelli e citofoni. Centri con hairstylist dal profilo internazionale accanto a botteghe storiche di artigiani. Sono dettagli, angoli del quartiere Arcella, che semplicemente raccontano "l'ordinario" ma che impreziosiscono una differente narrazione di quartiere: questi spunti sono emersi dall'escursione "Storie (stra)ordinarie" con la docente Giada Peterle e un gruppo di studenti universitari del corso di laurea magistrale in Scienze per il paesaggio dell'Università di Padova.
I dati dell'ultimo annuario statistico pubblicato dal Comune di Padova pre-pandemia, dicono che l'età media nel quartiere Nord è di circa 45 anni e mezzo rispetto ai 47 di tutta la città. A influire su questo trend - che conferma una tendenza acquisita degli ultimi anni - è il tasso di natalità (il più alto tra tutti) e l'indice di mortalità (il più basso). Sono aumentati i residenti stranieri, ora il 29.25 per cento degli arcellani: la comunità cinese diventa la seconda e scavalca i cittadini moldavi. Una nota sui minorenni stranieri a Padova: dei 7.113 registrati all’anagrafe e che non hanno ancora compiuto 18 anni, ben 2.569 vivono nell’Arcella
Lunedì 8 marzo è partita dal quartiere Arcella, la campagna nazionale "Clean Cities": 14 tappe in altrettanti capoluoghi per accelerare le politiche locali verso la transizione ecologica e per progettare una mobilità più sicura, più elettrica e più condivisa. Azioni outdoor come la chiusura di via Piacentino, scelta perché d'ingresso all'omonimo parco frequentato da bambini e che presenta diverse criticità come parcheggi selvaggi e velocità sostenuta.
Esattamente un anno dopo il provvedimento "Io resto a casa", nella notte tra l’8 e il 9 marzo 2021, lo street artist ha realizzato un’opera sulla facciata di una palazzina all’Arcella per segnare un punto di questo cammino che stiamo affrontando assieme, fatto di divieti, limitazioni, restrizioni. Un divieto d’accesso e il nastro giallo con scritta nera “do not cross the line”: siamo tutti al di qua della linea, in attesa di poter fare un passo verso la normalità. Verso il cielo azzurro che adesso è appena accennato come una pennellata.
Nella tradizione messicana, gli intrecci di spago colorato sono talismani che trattengono nel luogo le energie positive per far passare, invece, la negatività da un'unica fessura. Da inizio febbraio, l'artista Sara Celeghin, all'interno dei parchi del quartiere Arcella, sta incastonando queste ragnatele tra rami e alberi. Il segno del filo che lega e congiunge in un momento dai rapporti umani fortemente slegati e con un pizzico di curiosità nella quotidianità.