Quanti sono gli stranieri in Italia? Secondo l'opinione dei cittadini, il 25%, ma in realtà non superano il 7%. Gli incidenti sul lavoro sono più pericolosi dei rom, ma anche in questo caso la percezione è opposta. Quanto è difficile, per chi ha meno strumenti, orientarsi nel caos dell'informazione quotidiana? Si chiama analfabetismo funzionale ed è il tema su cui dovranno riflettere gli studenti che partecipano al concorso "Rileggiamo l'articolo 3 della Costituzione". «Solo dopo aver studiato e capito abbiamo la possibilità di essere veramente liberi», dice Gaetano Silvestri, presidente dell'associazione italiana costituzionalisti.
Presentato il “Rapporto SDGs 2019. Informazioni statistiche per l’Agenda 2030 in Italia” con l’aggiornamento degli indicatori dello sviluppo sostenibile. Fra questi anche l'istruzione di qualità. Come siamo messi in Italia? E in Veneto In generale l’uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione è aumentata negli ultimi 2 anni attestandosi, nel 2018, al 14,5%. Permangono consistenti differenze territoriali a svantaggio del Mezzogiorno e dei maschi.Meglio invece la situazione in Veneto dove un ragazzo su 9 abbandona la scuola, con al massimo la licenza di terza media in tasca e anche in fatto di competenze matematiche e alfabetiche i dati sono migliori rispetto alla media nazionale. Ma, in confronto ad altri paesi europei, c'è ancora molto da fare...
«La musica si basa sul silenzio. La musica viene dal silenzio e alla fine vi ritorna. È un viaggio», dice Rachel Joyce nel suo romanzo “Il negozio di musica”. E allora, silenzio, si parte per un viaggio fra i corridoi e le aule del Polo educativo Romano Bruni. 300 ragazzi della quarta e quinta della primaria Beretta e delle tre classi della secondaria di primo grado Bettini hanno assistito in prima persona ad una serie di performance di musica dal vivo come momento privilegiato di ascolto attivo e guidato.
Un bambino su 5, nei paesi a basso reddito, è iscritto alla scuola preprimaria. Secondo i dati disponibili i bambini che frequentano l’istruzione prescolare hanno probabilità oltre 2 volte maggiori di stare al passo per imparare a leggere o fare calcoli rispetto ai bambini che non ricevono questo tipo di istruzione. Lo dice il nuovo rapporto Unicef. Allo stato attuale, entro il 2030, i tassi di iscrizione all’istruzione prescolare nei Paesi a basso reddito saranno in media solo del 32%, rispetto all’86% nei Paesi ad alto reddito. Ma per avere una forza lavoro competitiva bisogna partire dall'istruzione, anche da quella prescolare.
Il papa quando parla ai giovani evidenzia bene i bisogni e le criticità: così si esprime Virginia Kaladich,presidente della Federazione istituti attività educative (Fidae) in merito al messaggio rivolto dal Santo Padre agli studenti del liceo Visconti di Roma. Inclusione, silenzio, dipendenza da cellulari e bullismo: questi i temi trattati. Temi che stanno a cuore alla Fidae e agli istituti che aderiscono alla Federazione.
È partita da Matera la sesta edizione di “Una vita da social” la Campagna educativa itinerante sui temi dei social network e del cyberbullismo realizzata dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione e prevenzione dei rischi e pericoli della Rete per i minori. Due studenti su 3 sono vittima di bullismo, un teenager su 4 posta sui social almeno un selfie al giorno. Un tour itinerante nazionale che ha fatto tappa anche a Padova, Vicenza, Treviso per diventare più consapevoli sui pericoli della rete.
L’iter per l’autonomia differenziata di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna va avanti, anche se si cerca di farlo senza troppo rumore, dal momento che le reazioni negative finora registrate sono state di notevole spessore, ma, purtroppo, forse del tutto inefficaci. A schierarsi contro il rischio di disgregazione del sistema scolastico nazionale - in una lettera inviata ai presidenti delle Camere - sono mons. Filippo Santoro (Commissione Psl della Cei) e le sigle sindacali di settore.
Dall’8 al 10 aprile a Palermo si è svolto il convegno nazionale dei direttori degli Uffici diocesani per la pastorale della scuola e l’IRC. Al centro dei lavori la figura di don Pino Puglisi, educatore e insegnante. Tema del convegno “Non c’era neanche la scuola media”, un titolo che fa riferimento a una frase del beato don Pino Puglisi, che fu parroco e insegnante proprio non lontano dal luogo in cui si sono tenuti i lavori. A concludere i lavori una tavola rotonda su: “Educare al futuro”. Tre le parole consegnate a Palermo da Daniele Soattin, responsabile del servizio nazionale per l’Irc della Cei: alleanza, legame con il territorio, costruzione di esperienze. Ernesto Diaco, direttore dell’Ufficio nazionale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università, invece ha invitato a mettersi in ascolto dei più umili senza rinunciare ad essere testimoni e maestri.
Al convegno "Liberi di educare", una delle iniziative per la celebrazione del tricentenario della morte di San Giovanni Battista de La Salle, patrono degli educatori cristiani, si è parlato della situazione della scuola cattolica in Italia. Il convegno ha affrontato la questione del pluralismo e della libertà di educazione, oggi messa a rischio dalla crisi economica che colpisce tutte le scuole paritarie. Un'occasione però anche per rilanciare le caratteristiche e il valore di queste scuole, per pensare ad un cammino di formazione per gli insegnanti e ad un percorso di rete fra le famiglie religiose.