Cellulare sì o cellulare no? L’uso dello smartphone a scuola riduce di molto le performance degli studenti? Nessun device elettronico potrà mai sostituire la relazione dialogica tra discenti e docenti? Cosa potrebbe aggiungere lo smartphone o la tecnologia in generale all’esperienza formativa? E cosa potrebbe togliere? È sicuramente un mezzo più interattivo, ma perché è fonte di distrazione? Come può essere utilizzato in classe in maniera intelligente? Può supportare l’insegnante e magari rendere più interessante una lezione?
La regione approva il Piano dell'Offerta Formativa 2019-2020: nuovi indirizzi e percorsi con particolare attenzione all'ambiente e alla gestione delle acque, ma anche nell'ambito trasporti e logistica. Prosegue inoltre la sperimentazione quadriennali per "relazioni internazionali per il marketing".
Prevenire il fenomeno e recuperare i ragazzi usciti dalla scuola, con un’attenzione rivolta all’integrazione dei minori stranieri e all’inclusione dei disabili. Con questi obiettivi è iniziato il progetto "NO NEET - Il principale problema che ha la scuola sono i ragazzi che perde”, di cui è capofila la Comunità di Capodarco.
Presentato l’Atlante dell’infanzia a rischio di Save the Children e Treccani giunto alla nona edizione, quest'anno dedicata al tema della periferia raccontata come metafora stessa dell’infanzia e della condizione dei minori. Un viaggio attraverso le periferie delle grandi città e del Paese, dal quale emerge un mancato accesso all’istruzione, agli spazi ricreativi e culturali. 1,2 milioni di minori vivono in povertà assoluta, ma non sono solo le condizioni economiche a pesare sul futuro.
Uno sportello dove i ragazzi e i genitori non fanno terapia, ma trovano supporto e accoglienza. Da qualche anno a questa parte nelle scuole è possibile rivolgersi a uno sportello di ascolto e orientamento psicologico (generalmente questa la denominazione) che si occupa del benessere degli studenti e che offre la propria consulenza anche alle famiglie e ai docenti.
Tenere alta l'attenzione sul bullismo e cyberbullismo nelle aule scolastiche e non solo. Da tempo è in atto una mobilitazione importante sull’argomento, con associazioni che fanno molto, media che ne parlano, istituzioni che si attrezzano.
«Come a Barbiana la scuola deve produrre cultura con gli studenti, così da renderli liberi». Così dice Pier Cesare Rivoltella, docente alla Cattolica di Milano e direttore del Cremit, nella sua relazione su “Il futuro entra in classe” alla Pontificia Facoltà Auxilium di Roma
Dallo sport al fondo per le emergenze educative: in arrivo 16,7 mln per l’ampliamento dell’offerta formativa. Per la prima volta è previsto anche un finanziamento specifico per le proposte arrivate direttamente dai territori. Viene costituito un fondo per le emergenze educative per garantire il diritto allo studio e il miglioramento dell'offerta nelle aree del Paese caratterizzate da un maggior disagio economico e sociale e in quelle colpite da gravi fenomeni naturali o eventi eccezionali
Si chiama Elisa, non è un'insegnante o un'esperta, ma ha a che fare con bullismo e cyberbullismo. Il suo nome sta per formazione in E-Learning degli Insegnanti sulle Strategie Antibullismo e nasce grazie a una collaborazione tra il MIUR – Direzione generale per lo studente e il Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia dell’Università di Firenze. Presentata ufficialmente a fine ottobre è uno strumento utile per docenti e scuole per formarsi sui temi del bullismo ed intervenire così in maniera efficace e sicura nella gestione delle problematiche.