Fatti
Dopo aver abitato tre anni al Battisti 239-Condominio inclusivo, per Stefano, 48 anni, ospite Irpea e membro del progetto “Coltiviamo il nostro futuro”, è iniziata da poco una nuova vita. «Da maggio mi sono trasferito da Padova a Ponte San Nicolò e ora vivo a Casa Ponte insieme a Valentina, Matteo e Paolo. Mi piace il clima che si respira qui, abbiamo già creato un bel gruppo. Abitare da solo, al di fuori del mio contesto familiare, mi fa sentire più libero e indipendente. Ho un diploma in ragioneria, un lavoro che mi piace e una casa in cui potermi sentire al sicuro. Sono autonomo negli spostamenti e nella gestione domestica e ho tanti interessi che mi appassionano come guardare le partite di calcio e rugby, lo sport in generale, la pittura, la musica classica. Qui sono davvero felice».
Spazi per l’abitare autonomo. Casa Ponte, il nuovo gruppo appartamento
Quattro camere, tre bagni, ingresso, cucina, soggiorno, corridoio, lavanderia, ripostiglio e terrazzo. Per un totale di circa 200 metri quadrati. «Casa Ponte è al primo piano del centro parrocchiale, con ingresso indipendente, al quale si accede con scale o ascensore – racconta il direttore dei servizi alla disabilità di Fondazione Irpea Stefano Stortolani – Grazie al finanziamento di 100 mila euro della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, l’appartamento è stato rinnovato, arredato, e adeguato alle esigenze abitative delle quattro persone con disabilità inserite, che qui impareranno a prendersi cura della propria persona, degli spazi personali e condivisi, e a gestire la routine quotidiana».
Associazionismo e rete. Progetto partito dagli stimoli del territorio
Prezioso e di primo piano. Così potremmo definire il ruolo che ha assunto – e che continua a mantenere – l’associazionismo locale nello sviluppo di Casa Ponte. «Tutto il progetto ha preso il via da una sollecitazione dell’associazione “Ponte sul Domani” alla parrocchia di San Leopoldo Mandić che, condivise le finalità, ha deciso di cedere in usufrutto per dieci anni a Irpea l’appartamento – aggiunge il direttore dei servizi alla disabilità Stefano Stortolani – Inoltre, saranno proprio le associazioni ad agevolare, insieme al Comune, la partecipazione degli ospiti ad attività educative e ricreative esterne, organizzate sul territorio, favorendo l’integrazione sociale, e una migliore qualità della vita».