Quasi delle carnevalate!? Si, forse, ma... Sta di fatto che le “scenette” cui ci hanno abituato negli ultimi tempi i nostri politici, sanno di folclore e neoromanticismo.
Il circo politico, da tempo ci sta rendendo avvezzi a quel “sarà mai possibile?” che ha avuto l’impennata con i primi giorni della presidenza Trump. Andiamo con ordine e rispettiamo quello che assomiglia sempre più a un copione goldoniano. La nostra premier va dall’allora presidente Usa Biden e riceve un tenero bacio in testa, come farebbe un papà verso la sua bambina. Arriva poi la scena madre: il premier albanese Rama, durante un summit, s’inginocchia sotto gli occhi delle telecamere, dinnanzi a una smarrita Giorgia che, colta di sorpresa si mostra come una donzella corteggiata che sgrana gli occhi quasi plagiata. È il 48°compleanno della premier italiana, in dono Rama gli offre un fazzoletto, e non ancora appagato glielo mette in testa, trasformandola in una “mondina” tra l’ennesimo imbarazzo internazionale. Scenetta che si conclude tra il timido applauso dei collaboratori presenti, mentre i giornalisti fiutano la notizia servita su un piatto d’argento. È legittimo quindi chiedersi: lo stile politico, a cui i vecchi ci avevano abituato, è davvero finito così, vinto dal romanticismo tout court? Oppure, siamo al decadentismo diplomatico e al “famolo” purché se ne parli? Di “numeri spettacolari” ne stiamo vedendo molti. Gli show d’avanguardia cui ci stanno abituando i politici, hanno un non so che di felliniano. Dove però, dietro le maschere e le oniriche scene, si annidano simboli e arcani significati. Magari se andassimo oltre i gesti, scopriremmo che un bacio in testa, un inchino, oltre a essere simboli comunicativi, portano in sé un messaggio pubblico da non sottovalutare. E mentre il teatrino politico sta dando il “peggio” di sé, il grande teatro della storia, più che commedie, ci sta mostrando solo infinite tragedie.
