L'estate "straordinaria" delle parrocchie in Altopiano
Ogni domenica ad Asiago vengono distribuite 4.000 particole, in 200 in media partecipano alle messe feriali alle 8.30 e alle 18 e un sacerdote confessa almeno tre ore al giorno. Una sfida per le comunità cristiane chiamate durante l'estate a ripensare la propria pastorale. Nel segno dell'accoglienza.
Benvenuti nel regno delle “parrocchie a fisarmonica”.
Un regno verde di pascoli, fresco di boschi, aspro di roccia, nel quale tutto è esattamente come appare a prima vista, ma è un tutto diverso… unico.
Sì, perché nell’altopiano dei Sette comuni, oltre alla particolarità della natura e della cultura, del tutto caratteristico è anche il modo di essere comunità cristiana, di edificare la chiesa ogni giorno, specialmente nei periodi in cui dalla pianura le auto si mettono in fila e, anelando la frescura, raggiungono sentieri e radure. Immaginate allora che cosa significa per una parrocchia passare da sei a 30 mila abitanti, se guardiamo ad Asiago, o da due a 15 mila per Gallio. O ancora da 2.500 a 10 mila abitanti se mettiamo insieme Canove, Treschè Conca e Cesuna che dal 2010 formano un’unità pastorale. «Le parrocchie “fisarmonica”» appunto, secondo la felice definizione di don Lauderio Dal Bianco, moderatore dell’unità pastorale di Gallio, Foza Sasso e Stoccareddo, in procinto di passare a Caltrano.
Ogni domenica ad Asiago vengono distribuite 4.000 particole, in 200 in media partecipano alle messe feriali alle 8.30 e alle 18 e un sacerdote, don Gianni Bocchese, già parroco di Cesuna, confessa almeno tre ore al giorno. Lo stesso discorso, con le dovute proporzioni, vale per Gallio, mentre a Treschè Conca la messa delle 9 si celebra ogni giorno nel palatenda che la sera ospita le proposte culturali, e in 60 non mancano mai.
Leggi il servizio sull'estate in Altopiano sul numero della Difesa in edicola e in parrocchia da sabato 2 agosto o già disponibile in abbonamento digitale.