La mensa di San Giacomo di Romano d'Ezzelino: cibo per i poveri, alimento per la comunità

Il foglio appeso nella “sala da pranzo” si fa notare perché ha tre grandi parole: “Per favore, grazie, scusa”. Nella Mensa della solidarietà, aperta il 2 maggio di quest’anno nella parrocchia di San Giacomo a Romano d'Ezzelino, a due passi da Bassano del Grappa, queste tre parole sono una luce. Danno il senso di un servizio portato avanti da 50 volontari, e insegnano lo stile di comportamento alle 60 persone che ogni giorno ne usufruiscono.

La mensa di San Giacomo di Romano d'Ezzelino: cibo per i poveri, alimento per la comunità

Il foglio appeso nella “sala da pranzo” si fa notare perché ha tre grandi parole: “Per favore, grazie, scusa”.
Nella Mensa della solidarietà, aperta il 2 maggio di quest’anno nella parrocchia di San Giacomo a Romano d'Ezzelino, a due passi da Bassano del Grappa, queste tre parole sono una luce. Danno il senso di un servizio portato avanti da 50 volontari, e insegnano lo stile di comportamento alle 60 persone che ogni giorno ne usufruiscono.
Papa Francesco aveva suggerito le stesse parole per vivere bene ogni giornata in famiglia, e si può dire abbia suggerito anche questa significativa iniziativa parrocchiale quando ha rilanciato le opere di carità nell’anno santo della misericordia.

I locali c’erano, in uno dei due centri parrocchiali; c’era la cucina a norma, che serve per le feste parrocchiali; c’erano le persone buone che sanno dare tempo e capacità; c’erano anche i poveri, non solo perché il vangelo dice che “i poveri ce li avrete sempre con voi” ma anche perché così dicevano le rilevazioni del centro di ascolto della Caritas parrocchiale. Bastava partire.

Si è ragionato, pianificato, organizzato. Lo sguardo doveva essere ampio, per tener conto di iniziative simili nei territori limitrofi e del necessario appoggio dei parrocchiani. C’era da considerare la sensibilità dell’amministrazione comunale e dei servizi sociali. L’appoggio della Caritas parrocchiale e del circolo Noi erano una garanzia.

Sono trascorsi sette mesi da quell’inizio e il bilancio è positivo sotto molti punti di vista.
Per chi si accontenta dell’aspetto più materiale: sono stati distribuiti oltre 2.500 chili di cibo. Per chi vuole andare un po’ più sotto della superficie: il cibo viene donato da ristoranti, mense, supermercati, rosticcerie e caseifici; cibo invenduto, che alla fine della giornata, anziché essere gettato e sprecato, è immesso in un circuito di solidarietà e di carità.

Per chi vuole andare ancora più in profondità: tutta la parrocchia è coinvolta in questa testimonianza della carità, perché immancabilmente il territorio viene elevato quando i valori fondamentali vengono vissuti e testimoniati, e non solo proclamati.
Vale il principio sapienziale che l’attenzione agli altri è il bene che si riceve quando si fa il bene.

La mensa ha una particolarità importante, che sta nella parola “solidarietà”: è un luogo che richiama le persone bisognose di cibo materiale, ma anche chi ha bisogno di quel cibo esistenziale che si chiama amicizia e superamento della solitudine. Come si vede, le tre parole “Per favore, grazie, scusa” funzionano bene, e danno sapore al nutrimento esistenziale di cui abbiamo bisogno ogni giorno della nostra vita.

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