San Nazario: i ragazzi dell'ic fanno i volontari Caritas

795 chili di alimenti raccolti bussando alle porte delle case: per i ragazzi dell'iniziazione cristiana e delle scuole medie di San Nazario, Campese, Solagna e Campolongo sul Brenta, accompagnati da catechisti, educatori ed alpini è stata un'esperienza di solidarietà e carità molto positiva.

San Nazario: i ragazzi dell'ic fanno i volontari Caritas

Una trentina di ragazzi, muniti di cartellino di riconoscimento, con carretto o carriola a seguito e un'auto "come scorta" hanno animato le vie della parrocchia di San Nazario, nell'unità pastorale Medio Brenta. Accompagnati dagli alpini, oltre che da catechisti e educatori, i ragazzi dell'iniziazione cristiana e delle scuole medie sabato 25 marzo, nel pomeriggio, hanno effettuato una raccolta alimentare porta a porta da ridistribuire poi al banco alimentare della Caritas per le necessità della comunità.

«La raccolta di alimenti – precisa Angela Campana, referente delle catechiste di San Nazario – è un appuntamento tradizionale di avvento e quaresima, solitamente con una cesta in chiesa. Solagna invece da qualche anno la fa porta a porta e così abbiamo deciso di provare anche noi. Campese la farà in maggio. Volevamo realizzare qualcosa di concreto che coinvolgesse le famiglie, il territorio e i ragazzi mettendoci insieme: Azione cattolica, catechismo, parrocchie dell'unità pastorale e anche gli alpini!».

La comunità era stata informata con avvisi casa per casa, messaggi durante le messe e volantini: in tutto una settantina di persone, suddivisi in sei gruppi, hanno bussato a ogni famiglia delle sei contrade di San Nazario. «Tanta la generosità dimostrata – continua la catechista – in ogni casa abbiamo trovato una porta aperta e se la famiglia non era presente aveva lasciato la busta della spesa fuori o dai vicini. Abbiamo raccolto 795 chili di alimenti non deperibili. È stato un modo concreto di incontrare le persone, anche quelle che magari non frequentano tanto la chiesa. Ed è stata un'esperienza molto positiva. I ragazzi si sono divertiti molto. Erano il volto della comunità: ci eravamo quindi raccomandati che la modalità di presentazione fosse adeguata, sorridente e cordiale. Alle famiglie abbiamo lasciato un segno in ricordo dell'esperienza: un segnalibro e un germoglio».

In tempo reale poi la Caritas raccoglieva e smistava il materiale che poi verrà ridistribuito alle famiglie (una quindicina) che fanno riferimento abitualmente al centro di ascolto. Per dare poi continuità all'attività e vedere il processo fino alla fine, il 7 aprile alcuni ragazzi prepareranno l'ulivo per la domenica delle palme e altri invece aiuteranno i volontari della Caritas a preparare le borse della spesa per il mese di aprile. «Obiettivo di questa attività – conclude Angela Campana – era che ai ragazzi rimanesse un ricordo concreto della gioia di donare il tempo e incontrare le persone. È un modo per educare alla solidarietà e alla carità, un modo per allenare gli occhi, il cuore e le mani ad essere attenti ai bisogni degli altri e sperimentare la gioia di fare del bene insieme e far germogliare nelle nostre comunità atteggiamenti di accoglienza e apertura verso gli altri, perché la nostra fede non è fatta solo di parole, ma anche di fatti concreti».

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