Se son rose fioriranno. Il florovivaismo padovano resiste

La Cia (Confederazione italiana agricoltori) di Padova sottolinea che il distretto padovano gode di buona salute, nonostante i tempi attuali. Alla fine del 2015 le aziende florovivaistiche padovane hanno confermato il numero delle 462 unità, con un calo dello 0,6 per cento rispetto all’anno precedente. Una riduzione ben inferiore a quella regionale, pari al meno 2,3 per cento, con 1.527 aziende del settore.

Se son rose fioriranno. Il florovivaismo padovano resiste

Alla fine del 2015 le aziende florovivaistiche padovane hanno confermato il numero delle 462 unità, con un calo dello 0,6 per cento rispetto all’anno precedente. Una riduzione ben inferiore a quella regionale, pari al meno 2,3 per cento, con 1.527 aziende del settore.

In Veneto, e Padova si conferma la prima provincia a livello regionale, nel corso del 2015 sono state prodotte 1,4 miliardi di piante pur se con un calo dell’1,3 per cento sul 2014. Analizzando la composizione del settore florovivaistico, si evidenzia una diminuzione del 4,6 per cento delle aziende di piccole dimensioni, scese a 727 unità, mentre a questo calo fa seguito una crescita delle aziende accreditate in base alle norme di qualità sui materiali di moltiplicazione (quelli risultanti da parti di piante) che hanno ottenuto la Conformità agricola comunitaria (Cac), necessaria per la commercializzazione nell’Unione Europea.

A influire maggiormente sul calo generalizzato registrato in Veneto, è la flessione della produzione di piante orticole (-7 per cento) ed è in calo anche la produzione del florovivaismo viticolo (-4,3 per ceno), mentre aumenta quella del fruttifero (+6 per cento). A incidere sulla flessione del settore sono l’aumento dei costi di produzione, in primis del petrolio, indispensabile a mantenere l’attività delle serre, e l’abbassamento del 10 per cento dei prezzi del mercato. Due fattori che concorrono, inevitabilmente, a diminuire ulteriormente la redditività delle aziende.

«Il potere d’acquisto è diminuito in generale e, di conseguenza, anche i nostri clienti più consolidati acquistano meno – afferma Gianni Piran, florovivaista di Loreggia – Siamo oberati da costi di produzione sempre più elevati: aumenta il prezzo di concimi, materie prime, petrolio, e stiamo cercando nuove reti di vendita, per avere ulteriori sbocchi commerciali. Abbiamo sempre commercializzato con il Nord Italia, ma ora stiamo tentando all’estero, partecipando a fiere straniere».

La Cia (Confederazione italiana agricoltori) di Padova sottolinea che il distretto padovano gode di buona salute, nonostante i tempi attuali: «La situazione è difficile per tutto il settore primario – commenta il direttore di Cia Padova Maurizio Antonini – ma il florovivaismo provinciale sta registrando risultati positivi rispetto a quelli regionali. Certo non si devono sottovalutare le conseguenze dell’aumento dei costi, ed è necessario attrezzarsi per ampliare le possibilità di vendita». Per questo, nell’ottica di favorire i processi di internazionalizzazione, la Cia sta promuovendo un viaggio studio in Olanda, dedicato ai florovivaisti, organizzato dal Cipat Veneto tramite il fondo sociale europeo. Per informazioni: www.ciapd.it oppure 049- 8070011.

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Parole chiave: florovivaismo (2), padovano (4)