Papa a Verona: incontro con sacerdoti e consacrati, “sappiate ancora oggi essere una Chiesa che cura le ferite”
“L’audacia di una fede operosa nella carità, voi l’avete ereditata dalla vostra storia”.
Lo ha detto Papa Francesco incontrando sacerdoti e consacrati nella basilica di San Zeno, nel corso della sua visita a Verona. “Non cedete allo scoraggiamento – li ha incoraggiati –: siate audaci nella missione, sappiate ancora oggi essere una Chiesa che si fa prossima, che si avvicina ai crocicchi delle strade, che cura le ferite, che testimonia la misericordia di Dio. È in questo modo che la barca del Signore, in mezzo alle tempeste del mondo, può portare in salvo tanti che altrimenti rischiano di naufragare”.
Volgendo lo sguardo alle “tempeste” che “non mancano ai nostri giorni”, il Papa ha ribadito che “molte di esse hanno la loro radice nell’avarizia, nella cupidigia, nella ricerca sfrenata di soddisfare il proprio io, e si alimentano in una cultura individualista, indifferente e violenta”. E ha messo in guardia dal rischio che “il male diventi ‘normale’, che ci facciamo l’abitudine. E così diventiamo complici!”. “Il male non è normale, non può essere normale”, ha aggiunto parlando a braccio. Qundi, ha ricordato “il compito di accogliere la chiamata e di essere audaci nella missione”.
Infine, l’augurio di una “santità capace”, “una fede viva che con carità audace semini il Regno di Dio in ogni situazione della vita quotidiana”. “E se il genio di Shakespeare si è fatto ispirare dalla bellezza di questo luogo per raccontarci le vicende tormentate di due innamorati, ostacolati dall’odio delle rispettive famiglie, noi cristiani, ispirati dal Vangelo, impegniamoci a seminare ovunque un amore più forte dell’odio e della morte. Seminare un amore più forte dell’odio e della morte, oggi c’è tanto odio nel mondo. Sognatela così, Verona, come la città dell’amore. E che l’amore di Dio vi accompagni e vi benedica”.