Cittadinanza, sindaci e amministratori locali chiedono la riforma della legge

Presentato a Roma il Manifesto frutto della collaborazione tra la campagna “Dalla Parte Giusta della Storia” e diversi amministratori e amministratrici locali, molti appartenenti alle nuove generazioni

Cittadinanza, sindaci e amministratori locali chiedono la riforma della legge

“In qualità di amministratori e amministratrici locali ci rendiamo quotidianamente conto della discriminazione sistemica a cui sono sottoposte le persone che nascono, crescono e vivono stabilmente in Italia, ma che non sono cittadine di questo paese alla luce dell’inadeguatezza dell’attuale normativa. Riconosciamo, specularmente, il valore che ha per le nostre stesse comunità il fatto che chi ne faccia parte stabilmente possa avere lo stesso diritto e le stesse possibilità di prosperare come singolo e di portare il proprio contributo alla comunità, in continuità dell’articolo 3 della Costituzione”. Inizia così il Manifesto degli amministratori e amministratrici per la tutela al diritto di cittadinanza, che viene presentato oggi a Roma presso la redazione di Scomodo. 

Il documento scritto negli ultimi mesi da attivisti e attiviste della campagna “Dalla parte giusta della Storia in collaborazione con diversi sindaci e  assessori locali, tra cui molti consiglieri e consigliere comunali delle nuove generazioni, come Siid Negash e Detjon Begaj (Bologna), Raisa Labaran (Brescia), Veronica Atitsogbe (Verona) e altri.

Il manifesto ha raccolto subito in fase di incubazione importanti firme come quelle dei sindaci Lepore e Lo Russo di Bologna e Torino.

“L’esigenza di scrivere un manifesto che guardi agli amministratori e alle amministratrici locali nasce dal riconoscimento che è nella dimensione locale e comunitaria che si comprendono il valore e il senso della cittadinanza. Ed è la dimensione nella quale si comprende meglio tutta l’inadeguatezza dell’attuale legge del 1992. Questo testo rappresenta un impegno da parte di chi è chiamato ad amministrare le città ad adoperarsi affinché sul territorio si mettano in campo tutte le misure possibili per tutelare i diritti delle persone senza cittadinanza, e al contempo a fare pressione sulla politica nazionale per modificare la legge” scrivono nel documento, ricordando che con l’avvicinarsi della prossima tornata elettorale, con più di 3500 comuni al voto, “questo è il migliore momento per presentare questo manifesto, che da oggi potrà essere sottoscritto anche dalle candidate e dai candidati alle prossime elezioni”. 

Tre i principali ambiti in cui gli amministratori intendono attivarsi: potenziamento delle capacità delle amministrazioni su tutti gli aspetti burocratici, procedurali, amministrativi concernenti l’acquisizione della cittadinanza in capo all’amministrazione comunale, in particolare- Il riconoscimento e promozione del valore culturale, sociale e politico di una cittadinanza inclusiva e l’impegno per chiedere una riforma a livello nazionale: “A partire dalle tre direttrici descritte, sviluppiamo, intensifichiamo, consolidiamo il nostro impegno per la promozione del diritto alla cittadinanza. Facciamo appello alle colleghe amministratrici e ai colleghi amministratori di altri territori: lo sviluppo capillare di iniziative come quelle descritte può contribuire a costruire le basi, qui e ora, di una società complessivamente più giusta di quella attuale”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)