Italiani soddisfatti per la vita elevata e stabile. Segnali positivi per lavoro e situazione economica

I dati Istat. Nel 2023 segnali positivi per la soddisfazione economica personale (manifestata da una quota del 59,4%, +2,4%) e per quella lavorativa (80% tra gli occupati, +2,1%). Ripresa generalizzata della soddisfazione per tempo libero e relazioni amicali, soprattutto tra le persone di 60-64 anni. Stabile la fiducia verso il prossimo, ma aumenta la prudenza tra le ragazze. Primato della fiducia ancora nelle forze dell’ordine

Italiani soddisfatti per la vita elevata e stabile. Segnali positivi per lavoro e situazione economica

Nel 2023 la quota di persone soddisfatte, che nel 2022 era cresciuta soprattutto tra i giovanissimi, aumenta anche tra i 25-34enni (48,6%, +3,5 punti rispetto al 2022). Stabile e su livelli elevati la soddisfazione espressa dal complesso della popolazione. Si conferma una ripresa generalizzata della soddisfazione per il tempo libero e per le relazioni amicali soprattutto tra le persone di 60-64 anni.
Segnali positivi per la soddisfazione economica personale (manifestata da una quota del 59,4%, +2,4 punti percentuali) e per quella lavorativa (80,0% tra gli occupati, +2,1 punti percentuali). Sono questi alcuni dei dati del report “La soddisfazione dei cittadini per le condizioni di vita – Anno 2023.

Stabile e su livelli elevati la soddisfazione per la vita

Alla domanda “Attualmente, quanto si ritiene soddisfatto della sua vita nel complesso?”, in base a un punteggio da 0 a 10 (dove 0 indica “per niente soddisfatto” e 10 “molto soddisfatto”), il 46,6% delle persone di 14 anni e più indica livelli di punteggio alti (8-10), il 40,2% giudica la propria vita mediamente soddisfacente (6-7), mentre solo l’11,9% la valuta con punteggi bassi (0-5). Rispetto al 2022, la distribuzione dei rispondenti per categoria di punteggio nei confronti della soddisfazione per la vita si presenta sostanzialmente stabile.

La soddisfazione per la vita cresce tra i 25-34enni

Il quadro dei giudizi espressi dalle persone in relazione alle caratteristiche socio-demografiche rimane inalterato. La quota di persone fortemente soddisfatte per la vita si stabilizza sia per gli uomini sia per le donne: i primi restano più soddisfatti delle seconde con una differenza di quasi 4 punti percentuali (il 48,7% rispetto al 44,8%).
La soddisfazione diminuisce tendenzialmente con il progredire dell’età: la quota di molto soddisfatti è più elevata nella classe 14-19 anni (56,6%) fino a toccare il valore minimo del 39,4% tra le persone con 75 anni e più. Rispetto al 2022 la soddisfazione cresce nella classe 25-34 anni, la cui quota di molto soddisfatti per la vita sale dal 45,1% al 48,6% (+3,5 punti percentuali).

Occupati e studenti più frequentemente soddisfatti. Persone occupate o studenti esprimono più frequentemente giudizi positivi di soddisfazione per la vita rispetto a chi si dichiara in cerca di occupazione o in altra condizione: si tratta del 50,5% degli occupati e il 52,0% degli studenti, rispetto al 41,5% in media di chi è in diversa condizione o perché in cerca di occupazione (35,7%) o casalinga (42,9%) o ritirato dal lavoro (45,0%). Tra chi è occupato la posizione nella professione incide: dirigenti, imprenditori e liberi professionisti (54,5%), insieme ai quadri e agli impiegati (51,3%) dichiarano livelli di soddisfazione più alti rispetto agli operai (48,7%) e ai lavoratori in proprio (47,6%).
Nel confronto con l’anno precedente non si evidenziano variazioni significative a eccezione delle studentesse, per le quali la soddisfazione per la vita scende (dal 53,4% al 47,8%).
In relazione al titolo di studio risulta maggiormente soddisfatto chi ha una istruzione elevata. Nel 2023 il 50,9% di chi attribuisce un punteggio alto alla propria soddisfazione possiede una laurea o un dottorato di ricerca, mentre solo il 38,6% dei molto soddisfatti ha la licenza elementare.

In crescita la soddisfazione nell’Italia meridionale. Il Nord è la ripartizione in cui la quota di persone che esprime una soddisfazione elevata per la vita è maggiore (49,1%), a seguire il Centro (45,7%) e il Mezzogiorno (43,8%).
La regione con il più elevato livello di soddisfazione resta il Trentino-Alto Adige (60,1%), mentre quella con il livello più basso la Campania (38,7%), come nel 2022. Rispetto al 2022 si assiste però a un incremento nella quota di persone con alti livelli di soddisfazione nell’Italia meridionale (43,0%, +2,5 punti percentuali), che conduce a una lieve riduzione dei divari territoriali.

Stabile la soddisfazione per le relazioni familiari, in crescita quella per le relazioni amicali

La soddisfazione per le relazioni familiari è sempre stata molto alta, superiore a quella di ogni altra dimensione considerata: nel 2023, infatti, l’89,3% delle persone di 14 anni e più dichiara di esserne molto o abbastanza soddisfatto. Rispetto al 2022 emerge una sostanziale stabilità di valutazione e anche un’invarianza di giudizio in base al genere, tanto per gli uomini quanto per le donne non si rilevano variazioni significative. In relazione all’età, nel quadro di una generale soddisfazione per le relazioni familiari molto elevata, i più soddisfatti sono i giovanissimi di 14-17 anni (91,9%). Tra i 55 e i 59 anni la soddisfazione cala (86,9%), per poi risalire lievemente nelle fasi di vita successive (87,8% negli over75). Rispetto al 2022 si assiste a un recupero significativo per i 25-34enni (91,6%), che riportano la soddisfazione di questa classe di età ai livelli dei giovanissimi. La quota maggiore di soddisfatti per le relazioni familiari si riscontra nel Centro-nord (89,7%), mentre quella minore nel Mezzogiorno (88,4%). Rispetto al 2022 cresce soprattutto la quota di molto soddisfatti nel Nord (+2,4 punti percentuali).

In crescita la soddisfazione per le relazioni amicali. Se la soddisfazione per le relazioni familiari è stabile rispetto al 2022, quella per le relazioni amicali cresce di 1,4 punti percentuali (dal 79,6% del 2022 all’81% del 2023). In particolare, la crescita è imputata largamente alla componente di chi si dichiara molto soddisfatto, che sale al 22,7% (era il 21,6%).
Gli uomini esprimono una più alta soddisfazione per le relazioni amicali (82,2%) di quanto facciano le donne (79,9%), tuttavia, rispetto al 2022, la soddisfazione cresce maggiormente tra queste ultime (era il 78,3%). Tra i giovani si rileva una soddisfazione maggiore (quasi il 90% tra i 14-19enni) che decresce con l’avanzare dell’età (il 67,5% tra gli over75enni). Rispetto al 2022 emerge una crescita di soddisfatti nella classe 60-64 anni di quasi 4 punti percentuali (e di 5 tra le donne).
Nei confronti delle relazioni amicali l'81,8% dei residenti al Centro-Nord esprime un giudizio positivo (molto o abbastanza soddisfatto), quota che scende al 79,5% tra chi risiede nel Mezzogiorno. Rispetto al 2022 si registra una crescita maggiore per i residenti nel Centro (+2,2 punti percentuali).

Stabile la soddisfazione per la salute

Nel 2023 il 79,7% degli individui di oltre 14 anni si dichiara molto o abbastanza soddisfatto per il proprio stato di salute. La soddisfazione degli uomini è superiore a quella delle donne (l’82,4% dei primi rispetto al 77,2% delle seconde) con un divario che diviene particolarmente evidente in età anziana (63,5% contro 50,2% tra gli ultrasettantacinquenni). In relazione all’anno precedente il dato è stabile. La soddisfazione per la salute scende ovviamente al crescere dell’età: tra i più giovani si rileva una soddisfazione che sfiora il 93% nella classe 14-17 anni per poi diminuire progressivamente con l’avanzare degli anni fino a scendere al punto minino di 55,6% tra gli over75. Sul piano territoriale il Nord presenta un’81,6% di soddisfatti per la salute, a seguire il Centro con l’80,1%, quindi il Mezzogiorno con una quota pari al 76,9%.

Cresce la soddisfazione per il tempo libero, soprattutto tra gli anziani

La soddisfazione per il tempo libero riguarda una porzione di popolazione più contenuta, se confrontata con gli aspetti della vita quotidiana finora considerati. In media si dichiara molto o abbastanza soddisfatto il 68,1% della popolazione. Rispetto al 2022 la quota di soddisfatti continua a crescere (+2,5 punti percentuali). Gli uomini si dichiarano più soddisfatti delle donne del proprio tempo libero: il 70,2% dei primi si dichiara molto o abbastanza soddisfatto rispetto al 66,2% delle seconde. Una differenza in parte imputabile alle difformità di genere nelle entità dei carichi di lavoro domestico ed extradomestico e del lavoro di cura. L’analisi per fasce d’età dimostra un legame con il ciclo di vita e la diversa quantità e qualità del tempo libero a disposizione. La soddisfazione più elevata si riscontra nelle fasce d’età giovanili (14-24 anni, il 79,6%) e dopo i 60 anni (60-74 anni, il 72,1%), mentre è più bassa nella fase in cui la popolazione è più attiva nel mercato del lavoro (25-59 anni, il 64,8%). Discorso a parte per gli over75 che, pur avendo presumibilmente più tempo libero, non mostrano una soddisfazione (64,4%) superiore alla media. Rispetto all’anno precedente si assiste a un recupero generalizzato (+2,5 punti percentuali), in particolare tra gli individui di 60-74 anni, per i quali la soddisfazione cresce di 4,7 punti percentuali (dal 67,4% al 72,1%).

Cresce la soddisfazione per il lavoro, soprattutto tra i lavoratori in proprio

Nel 2023 l'80% degli occupati si dichiara molto o abbastanza soddisfatto per il proprio lavoro, in aumento di 2,1 punti percentuali rispetto all’anno precedente. La crescita della soddisfazione per il lavoro riguarda entrambi i sessi ma per le donne è maggiore, tanto da raggiungere lo stesso livello degli uomini. La soddisfazione per il lavoro è più diffusa nel Centro-nord (80,7%), mentre nel Mezzogiorno è pari al 78,1%. Nel Centro si riscontra un recupero rispetto al 2022 di 4,2 punti percentuali della quota di soddisfatti, tale da raggiungere la valutazione dei residenti del Nord.
Considerando la condizione professionale, si conferma una più elevata soddisfazione per il lavoro tra i dirigenti, gli imprenditori e i liberi professionisti (84,5%). Rispetto al 2022 cresce fortemente quella tra i lavoratori in proprio o coadiuvanti (+6,5 punti percentuali).

Più soddisfatti per la situazione economica personale, migliora la situazione economica familiare

Il 59,4% della popolazione di 14 anni e più si dichiara molto o abbastanza soddisfatto per la situazione economica, 2,4 punti percentuali in più rispetto al 2022.
In alcune fasce di età l’aumento è molto più consistente, tra i 4 e i 5 punti percentuali: si tratta dei giovani tra i 20 e i 24 anni che raggiungono la quota del 60,8% e delle persone tra i 65 e i 74 anni che arrivano al 62,7%. In relazione alla professione svolta si evidenzia una grande variabilità: la soddisfazione economica è massima per dirigenti, imprenditori e liberi professionisti (72,4%), minima per chi è in cerca di una nuova occupazione (35,3%). Rispetto al 2022 la categoria dei lavoratori in proprio, come per la soddisfazione lavorativa, segna un’importante crescita (+6,6 punti percentuali). Sulla situazione economica personale nel 2023 si conferma il divario tra Nord e Mezzogiorno: le regioni settentrionali con il 63,3% si distanziano da quelle del Meridione di quasi 10 punti percentuali (53,4%). Il Centro con il 60,8% di soddisfatti riscontra la crescita più rilevante rispetto al 2022, pari a 4,1 punti percentuali.

In miglioramento la situazione economica familiare, soprattutto al Nord. Anche i giudizi sulla percezione economica espressi a livello familiare evidenziano segnali di miglioramento. Aumenta leggermente la quota di famiglie che dichiara migliorata la situazione economica rispetto all’anno precedente (il 10,4% rispetto al 9,2% del 2022). A tale crescita corrisponde una diminuzione della quota di famiglie che esprime un peggioramento rispetto all’anno precedente (il 33,9% rispetto al 35,1% del 2022). La quota maggioritaria di famiglie con il 55,7% resta, in ogni caso, quella che ritiene la propria situazione economica invariata.
Il miglioramento più consistente è concentrato nel Nord del Paese, dove la quota di famiglie con situazione economica in miglioramento sale all’11,8% (era 10,1% nel 2022). Nel Mezzogiorno la quota di famiglie che vede peggiorate le proprie condizioni economiche si riduce rispetto al 2022 (34,3%), ma rappresenta ancora quasi un terzo (31,5%).

Al Nord cresce la quota di famiglie con risorse economiche adeguate. Il giudizio delle famiglie sul livello di adeguatezza delle loro risorse economiche completa il quadro sulla valutazione della situazione economica. Nel 2023 la maggior parte delle famiglie italiane considera adeguate le risorse economiche di cui dispone (65,3%), mentre il 32,8% le considera scarse o insufficienti. Solo l’1,8% le definisce ottime. Esaminando il dettaglio territoriale, il 68,5% delle famiglie del Centro-nord esprime una valutazione positiva delle risorse (ottime o adeguate) rispetto al 64,3% del Mezzogiorno. In confronto al 2022 emerge una crescita nella percezione delle risorse familiari ritenute ottime tra le famiglie del Nord (+0,7 punti percentuali).

Stabile la fiducia verso il prossimo, ma aumenta la prudenza tra le ragazze

Nel 2023 la cautela si conferma come l’atteggiamento predominante: alla domanda se ci si possa fidare della maggior parte delle persone oppure bisogna stare molto attenti, il 74% della popolazione di 14 anni e più propende per un atteggiamento di prudenza, mentre il 24,8% esprime maggiore apertura nei confronti del prossimo. Gli uomini mostrano un atteggiamento di apertura verso gli altri del 26,5%, più alto di quello delle donne che è pari al 23,3%. In relazione all’età, la fiducia è massima tra gli adulti nella classe 60-64 anni (29,3%), mentre un senso di maggiore diffidenza si riscontra tra gli ultra75enni (19,4%).
Rispetto al 2022, tra le ragazze di 14-19 anni cresce di 5 punti percentuali la quota di chi pensa che bisogna stare molto attenti. Con riferimento alla condizione professionale, i più fiduciosi sono i dirigenti, gli imprenditori e i liberi professionisti, il 36,9% dei quali dichiara che ci si possa fidare della maggior parte della gente rispetto al 21,2% delle persone in cerca di nuova occupazione.

In generale, tra gli occupati è più diffuso l’atteggiamento di fiducia (28%) rispetto a chi non lavora (22,2%). Anche le persone con un titolo di studio più elevato esprimono più fiducia (37% dei laureati) rispetto a chi ha al massimo la licenza media (18,7%).
Nel 2023 i rispondenti hanno dichiarato il maggior grado di fiducia verso gli esponenti delle forze dell’ordine (86,3%), seguiti dai vicini di casa (76,7%). Soltanto il 16,3% si fiderebbe degli estranei. Rispetto al 2022 si assiste a una lieve crescita della fiducia nei confronti di vicini (+0,9 punti percentuali) e della Polizia (+0,7 punti percentuali).

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)