Intelligenze, gli incontri a Padova. Nell’arte c’è la rinascita umana

E se parte dei disagi del nostro tempo derivasse dalla disabitudine a guardare? Il disegnare svanisce e con sé la manualità dell’arte. È il nostro tocco sul mondo, anche con gli abbracci

Intelligenze, gli incontri a Padova. Nell’arte c’è la rinascita umana

L’ arte è da sempre fondamentale nella vita dell’uomo come linguaggio per esprimere l’essenziale, per tracciare chiavi di lettura dell’esistenza, come potere per creare benessere nelle persone. Una riflessione, quella condotta nel penultimo appuntamento dell’edizione 2023-24 dei“Tuesday for future” organizzati dal Centro Universitario di via Zabarella, condotta da don Antonio Scattolini, docente di pastorale dell’arte in varie istituzioni, tra cui alla Facoltà Teologica del Triveneto, e fondatore con Ester Brunet (con la quale ha pubblicato nel 2021 con l’editrice Effatà il libro L’arte che guarisce, la bellezza che salva) di Art-Theò, realtà nata per valorizzare il patrimonio artistico nell’ottica dell’annuncio cristiano. Si dice che viviamo nell’epoca dell’immagine mentre in realtà, spiega Scattolini, la capacità di comunicare attraverso le immagini è fin dalle origini una dimensione costitutiva dell’essere umano. Solo che essa è molto meno semplice e diretta di quanto può apparire; esprime “un’intelligenza” specifica che richiede una formazione e un’educazione particolari, che però soprattutto negli ultimi anni sembrano entrate in crisi: per questo molti oggi fanno fatica a comprendere il nostro sterminato patrimonio artistico e iconografico. «Siamo stati alfabetizzati e addestrati a far di conto – chiosa lo studioso, ispirandosi al libro di Laura De Luca, Inciviltà delle immagini (uscito con Il Giornale nel 2020) – ma quasi mai abituati a disegnare, ovvero a guardare con coscienza il mondo che ci circonda, incluse le sue molteplici rappresentazioni». Affermazione alla quale segue una domanda: «E se una buona parte dei disagi del nostro tempo derivasse proprio dall’inconsapevolezza circa lo sguardo e dunque dalla disabitudine e dalla diseducazione a guardare? Una cecità che poi diventa sordità, disaffezione, supponenza, isolamento, autoreferenzialità, pigrizia, apatia…». Una “progressiva iconoclastia” in parte stimolata dallo stesso sistema scolastico, nel quale la creatività sembra perdere sempre più importanza via via che dalla materna si passa alle classi superiori. Così però si fa fatica a comprendere la bellezza in cui si è immersi, mentre a contendersi l’immaginario collettivo oggi ci sono i videoclip e la pubblicità, in un vortice di colori che ci assediano soprattutto per convincerci a comprare qualcosa. «Il mondo della visione ci avvicina potenzialmente all’essenza delle cose», commenta Scattolini, per questo oggi più che mai è fondamentale imparare a guardare: dallo sguardo nascono le relazioni tra persone ma anche le arti, dalla pittura alla poesia passando per il cinema. «Un’attenta e critica educazione all’arte – secondo la critica e storica dell’arte Ida Amitrano, citata da Scattolini nel suo intervento – creerebbe generazioni più sensibili, più civili, più avvertite, più capaci di comprendere la realtà nel suo complesso indipendentemente dal lavoro che svolgeranno». Se insomma è il pensiero simbolico, la capacità di comunicare attraverso segni, a distinguerci dagli altri animali, lo sviluppo di una sensibilità artistica dovrebbe essere la priorità di ogni governo, in quanto essenziale per lo sviluppo umano integrale di ognuno e della comunità nel suo complesso.

Nell’arte si esprime una specifica caratteristica umana, per questo da qui può ripartire un vero e proprio movimento di rinascita; oltre che all’occhio bisogna però tornare a dare attenzione anche alla mano: chi impara a guardare, secondo Scattolini, trova infatti nell’arte anche un formidabile mezzo di espressione. «Che faremo della nostra mano negli anni a venire? – si interroga il sacerdote e studioso – Sarà sempre più agente e insieme vittima della “protesizzazione digitale in corso”? La lasceremo atrofizzare su tastiere e touch-screen sempre più tecnologici?». Anche i gesti più apparentemente semplici come scrivere e disegnare, che ancora oggi si imparano fin da bambini, fanno i conti con gli impetuosi cambiamenti in atto: così però rischiamo di perdere o di vedere fortemente attenuato tutto un universo tattile che da millenni forma una parte essenziale della nostra esperienza. Quel “pensare con le mani” che caratterizza in particolare la cultura italiana, così ricca di arte e di artigianato, due termini che derivano dal latino ars, che appunto designa quel tipo di sapienza concreta e manuale che si affianca alla scientia. Allo stesso modo anche nell’annuncio cristiano corporeità e tattilità sono determinanti, e nel mondo virtuale assieme allo scalpello michelangiolesco e al pennello di Rembrandt rischiamo di perdere anche le carezze e gli abbracci. È la mano con il suo bel pollice opponibile ad averci reso – assieme alla voce e al pensiero, e forse più ancora di queste – quello che siamo: per questo, come suggeriva il grande storico dell’arte Henri Focillon, siamo tutti chiamati a riscoprirne la “nobile pesantezza” per recuperare uno sguardo e un tocco sul mondo. «Occhio e mano, vista e tatto ci invitano a uscire da noi stessi, a cogliere il bello e a trasmetterlo agli altri», conclude Scattolini: un compito che non riguarda solo gli artisti ma tutte le persone, «per servire il mondo e non per servirsene, per diventare noi un po’ più belli e per fare belle tutte le cose».

Incontri di bioetica clinica in via Zabarella

Il Centro Universitario propone incontri di bioetica clinica per giovani medici. Il 15 maggio alle 19 “Se non fa più domande, vuol dire che non vuole sapere nulla”, questioni etiche nelle cure oncologiche con Vittorina Zagonel (già direttore Oncologia 1 Iov); 21 maggio alle 19 “Con l’intubazione avrebbe possibilità di farcela”, questioni etiche nelle cure intensive con Marina Munari (direttore Anestesia e rianimazione Osa Padova). Ingresso libero, per info www. centrouniversitariopd.it

14 maggio, ultimo appuntantamento con le intelligenze

Il ciclo degli otto incontri dedicato dal Centro universitario alle varie forme di intelligenza termina martedì 14 maggio (18.30) con la conferenza di Giorgio Vallortigara, docente all’Università di Trento, sul tema dell’intelligenza animale.

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