Cop 28, la svolta è arrivata

Forse solo papa Francesco aveva creduto nella possibilità che la Cop 28 a Dubai – la “Cop dei petrolieri” – potesse assumere la decisione storica di un accordo esplicito per l’abbandono dei combustibili fossili

Cop 28, la svolta è arrivata

Nella Laudate Deum, pubblicata il 4 ottobre 2023, scrive infatti: «Dire che non bisogna aspettarsi nulla sarebbe autolesionistico [...], non possiamo rinunciare a sognare che la Cop28 porti a una decisa accelerazione della transizione energetica [...]. Questa Conferenza può essere un punto di svolta» (n. 53 e 54). E così è stato, nel documento finale si afferma infatti che «le parti hanno concordato di allontanarsi dai combustibili fossili nei sistemi energetici, in un modo che sia giusto, ordinato ed equo, accelerando l’azione in questo decennio critico, in modo da arrivare allo zero netto nel 2050, come richiesto dalla scienza». In 28 anni di negoziati internazionali mai i combustibili fossili erano stati citati e indicati in un documento finale come il problema della crisi climatica! Una formulazione certo meno netta di quella necessaria e auspicata dalla coalizione di 120 Paesi capitanata dall’Unione europea e dai paesi insulari con il sostegno della comunità scientifica e dei movimenti di società civile che chiedevano la «fuoriuscita» dai combustibili fossili. Ma l’impegno ad allontanarsi accelerando la transizione «nei sistemi energetici» da qui al 2030 è stato sottoscritto da tutti i Paesi, tra cui quelli che estraggono petrolio, gas e carbone. In altre parole, ridurre il consumo di energia fossile da subito non è più una richiesta solo di papa Francesco, della comunità scientifica e delle organizzazioni nongovernative, ma è un impegno assunto a livello internazionale da tutti gli stati. Inoltre, sempre nel documento finale viene indicata una scala di priorità riguardo all’utilizzo delle tecnologie che devono accompagnare la transizione energetica riconoscendo il ruolo centrale delle fonti rinnovabili (solare ed eolico) la cui produzione deve essere triplicata entro il 2030 insieme con il raddoppio dell’efficienza energetica. Queste tecnologie, al contrario di nucleare, idrogeno, cattura e stoccaggio di carbonio, biocarburanti, sono già oggi disponibili ed economiche e possono da subito essere utilizzate per accelerare l’abbandono dei combustibili fossili. La Cop28 si è conclusa dunque, con un avanzamento inaspettato frutto anche del difficile negoziato multilaterale che, nella sua imperfezione, rimane l’unica bussola per una governance globale. Un risultato importante, ma non sufficiente, mancano ancora impegni vincolanti e monitorabili, manca un preciso percorso per mobilitare le ingenti risorse finanziarie necessarie per conseguire gli obiettivi della transizione energetica in modo particolare nei paesi del Sud del mondo. Ma la strada della transazione energetica è ormai avviata e il documento di Dubai assume un fondamentale valore politico, un vero e proprio mandato all’azione degli stati, della comunità internazionale, del mondo delle imprese e di ognuno di noi ad agire per accompagnare la transizione verso società decarbonizzate.

Lunedì 22 un webinar sui risultati di Cop28

“I risultati della Cop28 alla luce della Laudate Deum. E ora?” è il titolo scelto dalla Fondazione Lanza per il webinar di lunedì 22 gennaio alle 17.30 con Paolo Valente (Caritas Italiana), Grammenos Mastrojeni (Unione per il Mediterraneo), Jacopo Bencini (Italian Climate Network) e Lucia Capuzzi (Avvenire). Modera Matteo Mascia (Fondazione Lanza), conclusioni di Ivana Borsotti (Focsiv). Per partecipare: https://shorturl.at/swIMO

Matteo Mascia
Coordinatore del Progetto Etica e Politiche Ambientali della Fondazione Lanza

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