Attenti arriva Fleximan, il Robin Hood degli autovelox

L’ imbarazzo ci sta tutto, nel dover giustificare o condannare quanto sta avvenendo in queste settimane nelle strade venete. È lo stesso imbarazzo che si ha e si è avuto nel giustificare l’operato della figura di Robin Hood (letteralmente “uomo dei boschi”, mitico ladro gentiluomo), che ai nostri giorni qui potrebbe essere sostituito con “Fleximan” (che sta per uomo-flessibile, che abbatte gli autovelox).

Attenti arriva Fleximan, il Robin Hood degli autovelox

Se non è diventato ormai un mito, quest’ultimo lo sta diventando, tanto che dal Polesine alla provincia di Treviso, passando per il Padovano, ogni giorno si registrano nuove azioni imputabili a lui, o loro. Per la cronaca parliamo, a oggi, di quattordici dispositivi messi fuori uso dallo scorso maggio tra le province di Rovigo, Padova, Treviso e Belluno, con il cuore dell’epopea di Fleximan che resta il Polesine, probabile sua terra natale. Siamo quindi a una narrazione interessante quanto curiosa che si va costituendo di settimana in settimana, al punto da diventare oggetto di attenzione nazionale con il rischio concreto di spirito di emulazione. Tralasciando per il momento improbabili giudizi definitivi, atteniamoci ai fatti. Anzi, ancora una volta ai dispacci Ansa diffusi qualche giorno fa: «L’Italia – si legge nel lancio stampa – conta il maggior numero di autovelox installati lungo le strade, con le ultime stime che registrano 11.130 apparecchi di rilevazione automatica della velocità lungo tutta la penisola, più di Gran Bretagna (circa 7.700), Germania (oltre 4.700), Francia (3.780). Lo afferma il Codacons, che interviene sui sempre più frequenti casi di autovelox smantellati a opera d’ignoti, fenomeno che sta interessando diverse zone d’Italia, dalla Lombardia al Veneto, dal Piemonte all’Emilia Romagna. In base ai dati ufficiali del ministero dell’Interno, nel 2022 le principali venti città italiane hanno incassato un totale di 75.891,968 euro grazie alle sanzioni elevate tramite autovelox, con una crescita esponenziale rispetto ai 46.921,290 euro di proventi registrati dalle stesse amministrazioni comunali nel 2021. Ecco allora tornare il parallelismo con il britannico e molto più antico Robin Hood che, ricordiamolo, rubava ai ricchi per poi donare il bottino ai poveri. Da noi sostituiamo i nobili di Nottingham con le amministrazioni comunali e il gioco è fatto? Sia mai, se non fosse che il maltolto da noi equivale a cifre da “tesoretto” che finisce nelle casse comunali e che a sua volta serve per tenere in movimento le attività comunali (dai servizi alle opere pubbliche), giusto per restare nella realtà. Con una variabile che però è perfettamente allineabile con il mondo mitologico: l’abuso e il sopruso che molti autovelox possono avere nei confronti dei cittadini. Va bene quindi la prevenzione, il senso civico e il dovere delle amministrazioni nel prevenire incidenti stradali. Diverso è quando l’autovelox diventa un business, spesso travestito da necessità stradale. La questione è intricata quindi, quanto l’antica favola di Robin Hood. Così come la tentazione di volersi schierare in favore del popolo, che sta tifando per i sempre più Fleximan, nazionali.

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