Fondazione Cinque Dita. Giovedì 14 dicembre l’ultimo incontro sulla disabilità psichica inerente al progetto Calicanto

“La personalità e i suoi disturbi: carattere o patologia?” è il titolo del terzo e ultimo incontro proposto dalla fondazione Cinque dita di Monselice, che si terrà giovedì 14 dicembre, alle 20.30 nella sede di via Piave 17. 

Fondazione Cinque Dita. Giovedì 14 dicembre l’ultimo incontro sulla disabilità psichica inerente al progetto Calicanto

La collaborazione con l’Ulss 6 Euganea ha permesso, in questo ciclo di serate, di coniugare le competenze sanitarie sul tema della salute mentale con le esigenze di tante famiglie che vivono il disagio psichico tra le mura domestiche. Da qui la grande affluenza finora con più di duecento presenze in sala, prova di quanto il problema sia sentito nel territorio.

«Nella Bassa Padovana sono circa 4 mila le famiglie che vivono il disagio psichico – spiega il presidente della fondazione Cinque dita don Gian Carlo Smanio – e sono solo una parte di quei circa 71 mila che ogni anno si rivolgono ai dipartimenti di salute mentale del Veneto».

Proprio per venire incontro a queste realtà, Cinque dita ha messo in atto il progetto Calicanto, un programma di interventi finanziato dalla Cassa di risparmio di Padova e Rovigo e affiancato, oltre che dalla locale azienda Ulss, dai vicariati della zona, dall’Associazione italiana per la tutela della salute mentale e dalla sezione monselicense dell’Associazione famiglie italiane. Quest’ultime due onlus saranno presenti all’incontro del 14 dicembre dove interverranno le rispettive presidenti, Anna Gatti e Veronica Bolzonaro, oltre alla principale relatrice della serata, la psichiatra Gabriella Bonifaci.

«Con il progetto Calicanto – continua don Gian Carlo Smanio – si cerca di dare una risposta a tante famiglie che ci chiedono come comportarsi con un disabile psichico, dove rivolgersi con lo scopo di dare un sostegno che possa aiutare ad affrontare il problema senza compromettere la serenità in famiglia».

Infatti, la priorità del progetto è proprio affiancare i familiari nel loro ruolo di assistenza dando loro competenze, formazione e sostegno.

Allo stesso tempo gli operatori e volontari che seguono i disabili si prefiggono di creare uno scambio che renda le famiglie protagoniste, proprio perché la loro esperienza diventi fondamentale. In pratica le circa 50 famiglie seguite dal progetto potranno partecipare a gruppi di ascolto e consulenza, creando tra loro una rete di solidarietà e beneficiando del supporto di esperti e di cure terapeutico-assistenziali a livello domiciliare. Un intento certo ambizioso ma che sta diventando realtà. A breve la sede di Cinque dita dovrebbe diventare una comunità integrata, con un centro diurno per 20 disabili psichici che verso sera tornano nelle loro famiglie e con una comunità alloggio che può ospitare fino a 16 persone sole.

«Manca solo il permesso dalla regione Veneto – conclude don Smanio – ma si spera che questa attesa finisca presto, perché l’urgenza di intervenire è tanta».

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