Museo Villa Bassi Rathgeb, ad Abano Terme. Una villa veneta che si è “scoperta” pinacoteca

Il Museo Villa Bassi Rathgeb, ad Abano Terme, ha compiuto cinque anni. Nelle sale affrescate ospita opere di Palma il Giovane, Andrea Previtali, Battista Moroni... ma da vedere c’è molto di più. E numerose sono le iniziative proposte

Museo Villa Bassi Rathgeb, ad Abano Terme. Una villa veneta che si è “scoperta” pinacoteca

T anti auguri al Museo villa Bassi Rathgeb, ad Abano Terme, che ha appena compiuto cinque anni. Un evento che è stato festeggiato con l’apertura straordinaria e la visita di tutti i suoi spazi, compresi quelli che solitamente sono preclusi al pubblico, come il deposito nel quale vengono collocate le opere non esposte. Durante una passeggiata con il conservatore Raffaele Campion, funzionario culturale del Comune di Abano Terme, si sono così apprese interessanti informazioni sulla “vita” di un museo, sulle sue opere, sulle attività di restauro e di studio, sino ai processi che portano a determinare gli allestimenti. La scelta di questo format aveva lo scopo di far conoscere al pubblico un bene di notevole valore storico e artistico ma, ahimè, ancora poco conosciuto, pur avendo già cinque anni di “vita”. È una storia complessa quella di villa Bassi Rathgeb – che soltanto in anni recenti si è intrecciata con l’allestimento del museo – e che presenta tutte le caratteristiche di una villa veneta, con uno spazio pensato per lo svolgimento dell’attività agricola, ispirato a uno stile di vita salubre in armonia con la natura. Una prima ristrutturazione, con un ripensamento degli spazi di un precedente edificio rurale, avvenne tra 1566 e 1576, quando il medico cremasco Giovanni Antonio Secco dispose la costruzione del primo nucleo del corpo padronale, ricavandone una struttura a due piani, una loggia a tre fornici destinata all’accoglienza degli ospiti, oltre a due torri poste alle estremità laterali e ai locali di servizio. Rimasero invariati gli spazi esterni, con il giardino antistante la villa, l’horto  recintato e il  brolo nella zona retrostante. Nel 1769 la villa passò ai fratelli Giovanni Antonio e Francesco Dondi dall’Orologio, i quali adeguarono l’edificio al gusto dell’epoca, realizzando la decorazione con stucchi policromi e marmorini del piano rialzato, apprezzabile ancora oggi nelle ultime due sale. Questa ristrutturazione sacrificò il ciclo di affreschi eseguiti tra Cinque e Seicento, dei quali è ancora visibile lo sfregio alle pareti. Proprio la recente opera di restauro, che si sta avviando alla conclusione, ha interessato la prima stanza del piano nobile. L’intervento ha permesso di riportare alla luce, oltre che la cromia originale, anche alcuni brani ad affresco originali, che erano stati coperti dagli stucchi successivi. «L’intervento – spiega precisa Alessia Agostini, tecnico del restauro della ditta Giuseppe Francese – prevedeva il consolidamento della superficie decorata, in particolare del soffitto e delle pareti, il descialbo dei vari strati di pitture non originali, e dopo un confronto con la Soprintendenza, un’integrazione dei marmorini policromi al fine di restituire un’unità compositiva all’ambiente». La pinacoteca, collocata al terzo piano, presenta la rara caratteristica di affreschi alle pareti, una scelta decorativa non consueta negli spazi di un sottotetto. Essa ospita opere dei più importanti pittori di area veneta dal Rinascimento al Settecento – come Palma il Giovane, Pietro e Alessandro Longhi... – e dell’area lombarda del 16° secolo: Andrea Previtali, Giovanni Battista Moroni, Moretto da Brescia, Custodite da appositi elementi espositivi, si apprezzano inoltre un’urna cineraria etrusca, stampe del Settecento rese fruibili a rotazione, e una selezione della raccolta di armi, tra cui un’armatura dei primi decenni dell’Ottocento, in stile rinascimentale, che richiama i fasti dell’epoca. Tra 1792 e 1846, la villa passò dalla famiglia Camposampiero alla famiglia Zasio, che la mantenne fino agli anni Settanta del Novecento, quando fu acquisita dal Comune di Abano Terme. In quegli anni, il Comune aveva ricevuto dal bergamasco Roberto Bassi Rathgeb il lascito di una preziosa raccolta d’arte costituita da dipinti, disegni, incisioni, miniature, reperti archeologici, antiche armature, oggetti e mobili di arredo. La villa, intitolata al donatore, fu così restaurata in modo da poter ospitare al proprio interno la preziosa collezione e trasformarla in un centro culturale per la cittadinanza. La visita la villa permette di apprezzare motivi di finta architettura, amplificata dal susseguirsi delle arcate, dove si affacciano servitori e musici che intonano un concerto di benvenuto; le altre scene e figure allegoriche invitano a rifuggire la violenza della guerra e a prediligere attività quali lo studio delle scienze e delle arti. Numerosi gli episodi narranti tratti, ad esempio, dalla Genesi e da episodi delle Metamorfosi di Ovidio. Di notevole interesse artistico anche l’oratorio, eretto nel Settecento per volere di Giovanni Antonio Dondi dall’Orologio, e decorato con affreschi attribuiti ad Antonio Buttafogo. Intitolato alla Beata Vergine di Loreto, racchiude al proprio interno una fedele riproduzione del santuario della Santa Casa. Sulla parete di sinistra, il muro presenta una fessura: la lama di luce che entra colpisce, ora come allora, la zona dell’altare ogni 10 dicembre, festa della traslazione della Santa Casa.

“Le bellezze del Novecento” fino al 18 gennaio

Fino al 18 gennaio, è possibile visitare la mostra “Le bellezze del Novecento, pitture italiane degli anni 1930-1960”. Un viaggio attraverso una cinquantina di opere di Campigli, Guttuso, Dorazio e molti altri. Biglietto 10 euro, ridotto 8. Informazioni: museovillabassi abano.it

“Fuga dal Natale” al Museo Villa Bassi Rathgeb

Numerose le proposte che il museo rivolge a tutte le età. Sabato 16, dalle 18, viene proposto un gioco a squadre per ragazzi dai 9 ai 13 anni e, a seguire, pizza per tutti. L’evento è a cura di CoopCulture, che gestisce il museo.

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