Ernesto Milanesi

Ernesto Milanesi

collaboratore

Più cronista che giornalista (dal 1980…). Si avventura anche con il teatro. Tifoso della Fortitudo Bologna.

Salute. Sos sanità, gli effetti Covid

Due anni di “emergenza Covid” hanno prodotto, inesorabilmente, un terremoto nella sanità pubblica. E soprattutto diventa più che evidente lo scarto fra l’immagine e la realtà, le dichiarazioni e l’esperienza, la comunicazione istituzionale e la cronaca.

Storie di ordinaria sopravvivenza tra gli invisibili e l’annuncio di Betlemme. Questa generosità vince l’indifferenza

Tre storie di ordinaria sopravvivenza richiamano l’annuncio fatto carne dentro la grotta di Betlemme più di duemila anni fa. Sono storie raccolte tra invisibili e scartati che solo lo sguardo di chi resta umano riesce a far diventare primi.  Due giovani in fuga dal Paese d’origine approdati a Padova con una bambina in arrivo. Una donna di mezza età aggredita dall’Alzheimer, ma accudita dagli anziani genitori. Una straniera in Italia che attende la cittadinanza

Lavoro e diritti. I cantieri, trappole mortali dove la tutela è un miraggio

Il cemento non s’impasta con la sicurezza. E nei cantieri edili si muore come nel Novecento. È l’altra faccia della medaglia, che sfugge sempre ai riflettori. Un altro genere di epidemia, che esige la massima cura. Gennaio-settembre 2021: l’Inail riceve 21.346 denunce di infortunio nel comparto delle costruzioni. Sono aumentate del 16 per cento nell’arco di un anno. Fra betoniere e ponteggi, 87 morti da lavoro, rispetto ai 73 dello stesso periodo 2020.

Idomeni, Calais, Lesbo e Ceuta. Oggi Polonia e Bielorussia. L’umanità sbattuta contro il muro

Civiltà messa in un angolo. Prima Idomeni, Calais, Lesbo e Ceuta. Oggi è il confine tra la Bielorussia e la Polonia. Con la storia che si ripete ancora e ancora. Muore assiderato un bambino di un anno, vittima come Alan Kurdi di scelte politiche che fanno dei migranti infreddoliti e inermi pedine di baratto e ricatto. Mentre l’esodo continua, la Polonia conferma di voler erigere una recinzione di 180 chilometri e il leader bielorusso Lukašenka sfida l’Unione Europea avendo le “spalle” coperte da Mosca