Sanità... in tilt nella Bassa padovana. I sindaci manifestano, di nuovo, in difesa del nuovo ospedale di Schiavonia che il Covid ha “scippato” al territorio. E la consigliera regionale Elena Ostanel (Il Veneto che vogliamo) punta l’indice sul direttore della sanità veneta, Luciano Flor.
Il controllo di gestione dell’Azienda ospedale-Università e dell’Usl 6 Euganea pubblica la “risonanza” della sanità padovana nel primo anno solare all’insegna del Covid.
Due anni di “emergenza Covid” hanno prodotto, inesorabilmente, un terremoto nella sanità pubblica. E soprattutto diventa più che evidente lo scarto fra l’immagine e la realtà, le dichiarazioni e l’esperienza, la comunicazione istituzionale e la cronaca.
Tre storie di ordinaria sopravvivenza richiamano l’annuncio fatto carne dentro la grotta di Betlemme più di duemila anni fa. Sono storie raccolte tra invisibili e scartati che solo lo sguardo di chi resta umano riesce a far diventare primi. Due giovani in fuga dal Paese d’origine approdati a Padova con una bambina in arrivo. Una donna di mezza età aggredita dall’Alzheimer, ma accudita dagli anziani genitori. Una straniera in Italia che attende la cittadinanza
Il cemento non s’impasta con la sicurezza. E nei cantieri edili si muore come nel Novecento. È l’altra faccia della medaglia, che sfugge sempre ai riflettori. Un altro genere di epidemia, che esige la massima cura. Gennaio-settembre 2021: l’Inail riceve 21.346 denunce di infortunio nel comparto delle costruzioni. Sono aumentate del 16 per cento nell’arco di un anno. Fra betoniere e ponteggi, 87 morti da lavoro, rispetto ai 73 dello stesso periodo 2020.
Sono “d’oro” e non sono esclusiva dei politici. Poi ci sono i “baby pensionati” che costano alle casse dello Stato quando il reddito di cittadinanza, mentre i giovani si guardano attorno verso nuove formule per la vecchiaia. E sull’anticipata balla ancora il Governo.
Civiltà messa in un angolo. Prima Idomeni, Calais, Lesbo e Ceuta. Oggi è il confine tra la Bielorussia e la Polonia. Con la storia che si ripete ancora e ancora. Muore assiderato un bambino di un anno, vittima come Alan Kurdi di scelte politiche che fanno dei migranti infreddoliti e inermi pedine di baratto e ricatto. Mentre l’esodo continua, la Polonia conferma di voler erigere una recinzione di 180 chilometri e il leader bielorusso Lukašenka sfida l’Unione Europea avendo le “spalle” coperte da Mosca