Paolo Zucca

Paolo Zucca

Trump ha un nemico interno: l’inflazione

Impegnato a riposizionare gli States secondo il programma annunciato in campagna elettorale il presidente statunitense, Donald Trump, dovrà rispettare anche gli impegni presi sul controllo dei prezzi. Quando si vogliono rilanciare i consumi, riducendo con i dazi le merci importate, il rischio è che la concorrenza non funzioni e i prezzi fatichino a rientrare. Trump è in carica dal 20 gennaio e il primo dato mensile non è di sua competenza. L'inflazione a gennaio (Ipc) è cresciuta al 3% rispetto al 2,90% di dicembre.

Dazi a Messico, Canada e Cina, le dogane diventano muri alti

Le guerre commerciali negli anni Duemila sono sempre più armi di geopolitica come si è visto con il grano in alcuni passaggi della guerra tra Russia e Ucraina. L'uso di dazi rafforzati è stato subito indicato dal nuovo presidente americano, Donald Trump, come uno strumento per spingere la produzione e l'occupazione interna (America First) e come un potente mezzo di pressione per ottenere altro. Da inizio febbraio sono scattate tasse aggiuntive del 25% per i prodotti dei confinanti Messico e Canada, per la Cina l'imposizione ulteriore è del 10% ed entra nel contenzioso tra le due grandi potenze.

Borse e bitcoin, il voto Usa ha spinto l’investimento

Le Borse hanno bisogno di volatilità, cioè di variazioni sensibili di prezzo nei due sensi (anche in calo c'è chi guadagna), perché nella discontinuità si creano margini aggiuntivi ai dividendi periodici distribuiti sulla base dell'utile. Quando si avvicinano grandi eventi, come sono state le elezioni negli Stati Uniti, è tutto un posizionamento sulla base di scenari di probabilità. Non stupisce la corsa al rialzo dopo la vittoria del candidato repubblicano ma non sorprende anche il ridimensionamento dei guadagni in alcune sedute successive.