Dagli ultimi dati Istat il dato della disoccupazione resta ben al di sopra della media europea (7,5%) e ci colloca ancora in coda alla classifica: soltanto in Spagna e in Grecia risulta più elevato. Ma ulteriori e più puntuali motivi di riflessione arrivano da un’analisi in profondità dentro e intorno a questi numeri: tra aumento della Cassa integrazione e l'incremento di nuove tipologie di lavoro come lo staff-leasing, il quadro è ampio e richiede una sempre maggiore attenzione
Prosegue in Italia il dibattito sul salario minimo. Un problema che non si risolve nella definizione di una cifra ma nella capacità di affrontare nella sua complessità il tema dei cosiddetti “lavoratori poveri” figura emersa in questa fase storica in cui avere un'occupazione non è più una garanzia sufficiente contro il rischio della povertà. Bisogna ripartire dalla Costituzione
“Non è con i commissari che si sbloccano le situazioni. Lo sa chi è stato il primo a inventarli? Bettino Craxi. E siamo ancora lì, quando c'è un problema si nomina un commissario...”. Parla Giuseppe Roma, segreterio generale di Rur (Rete urbana delle rappresentanze)
Tra i 18 articoli del decreto legge, il primo stabilisce che il ministro dell'Interno (però con il “concerto” dei colleghi della Difesa e delle Infrastrutture, nonché informando il Presidente del Consiglio) “può limitare o vietare l'ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale, salvo che si tratti di naviglio militare o di navi in servizio governativo non commerciale, per motivi di ordine e sicurezza pubblica"
“Temo poi che ci sia anche un po' di sfiducia generalizzata nei confronti della capacità della politica di risolvere i problemi. Altrove qualcosa è accaduto, da noi si è rimasti sostanzialmente fermi”. Così Paolo Pombeni, storico e politologo, uno dei più autorevole analisti della realtà italiana, commenta l'esito di una tornata elettorale che ha riservato ancora una volta non poche sorprese
Il corpo elettorale italiano coinvolto complessivamente nel voto europeo supera i 51 milioni di persone. Per circa 17 milioni di cittadini l’appuntamento con le urne è duplice: il 26 maggio si vota anche per i sindaci e i consigli di quasi la metà dei Comuni italiani, tra cui sei capoluoghi di Regione e 21 capoluoghi di Provincia. Oltre 3 milioni e 600 mila piemontesi sono inoltre chiamati a eleggere il presidente della loro Regione. E in Trentino-Alto Adige gli elettori di due collegi tornano alle urne anche per eleggere altrettanti deputati in sostituzione dei parlamentari che nel frattempo sono diventanti rispettivamente presidente e assessore della Provincia autonoma di Trento
In Italia, in particolare, c'è il rischio che lo scontro politico all’interno (e intorno) alla maggioranza di governo finisca per monopolizzare l’attenzione dell’opinione pubblica. Certo, in tutti i Paesi della Ue il voto del 26 maggio è destinato ad avere un impatto sugli assetti nazionali e sarebbe irrealistico immaginare il contrario, dato che i soggetti in campo sono gli stessi. Ma da qui a trasformare la consultazione europea in un referendum interno c’è una differenza sostanziale. Si vota per l’Europa e per il suo futuro
Il corpo elettorale italiano coinvolto complessivamente nel voto europeo supera i 51 milioni di persone. Per circa 17 milioni di cittadini l’appuntamento con le urne è duplice: il 26 maggio si vota anche per i sindaci e i consigli di quasi la metà dei Comuni italiani, tra cui sei capoluoghi di Regione e 21 capoluoghi di Provincia. Oltre 3 milioni e 600 mila piemontesi sono inoltre chiamati a eleggere il presidente della loro Regione. E in Trentino-Alto Adige gli elettori di due collegi tornano alle urne anche per eleggere altrettanti deputati in sostituzione dei parlamentari che nel frattempo sono diventanti rispettivamente presidente e assessore della Provincia autonoma di Trento
Sono quesiti per molti aspetti intrecciati tra loro. E le risposte non discendono da imponderabili convergenze astrali, ma sono affidate alla partecipazione degli elettori, alle loro opzioni concrete e al loro senso di responsabilità. E' legittimo, anzi, doveroso interrogarsi sul dopo elezioni. Ben sapendo però che il dopo dipende da quel che si sceglierà oggi.