Stefano De Martis

Stefano De Martis

Reddito di cittadinanza. Ventura (Caf Cisl): “Manca la percezione delle potenzialità occupazionali della misura”

Più del 70% delle oltre 800mila domande per il Reddito di cittadinanza è passato per i Caf, i Centri di assistenza fiscale. Un dato che conferma l’importanza decisiva di queste strutture, per lo più di matrice sindacale o associativa, e rilancia il valore della mediazione sociale in una stagione in cui anche in politica si teorizza e si pratica la “disintermediazione”. Facciamo il punto con Giovanna Ventura, presidente del Caf Cisl nazionale

Famiglia. Un’altra occasione persa da parte della politica

In questi giorni si era arrivati a ipotizzare una mozione unitaria e invece, al dunque, tutto è saltato. Al momento di esprimersi in Aula ognuno ha votato la propria mozione. È passata, ovviamente, quella presentata dalla maggioranza giallo-verde, approvata dal governo che invece ha espresso parere negativo su tutte le altre. Sulla famiglia, insomma, ci si continua a dividere anche se tutti, almeno a parole, si dicono convinti della necessità di interventi concreti e urgenti

Reddito di cittadinanza: presentate 800mila domande, soprattutto al Sud

La Campania (137.206) e la Sicilia (128.809) sommate insieme raccolgono da sole il 32% delle richieste. Seguono il Lazio (73.861), la Puglia (71.535) e la Lombardia (71.310). Se però si prende a riferimento il numero delle domande in rapporto alla popolazione, la percentuale più alta è quella della Calabria (2,91 con 56.871 domande), le regioni del Sud occupano le prime otto posizioni e la Lombardia (0,70) precipita verso la coda alla classifica, subito prima del Veneto (0,55) che registra un basso numero di domande anche in valori assoluti (27.248)

Approvato il Documento di economia e finanza: ecco cosa prevede

Per l'anno in corso stima attualmente una crescita del Prodotto interno lordo (Pil) pari allo 0,1%, su cui anche l'effetto dei decreti “sblocca cantieri” e “crescita” sarebbe piuttosto limitato, portando la previsione al +0,2%. Se si pensa che con la legge di bilancio approvata alla fine del 2018, quindi pochi mesi fa, l'esecutivo indicava una crescita dell'1% (dopo essere partito addirittura dall'1,5%), si ha la misura di come sia cambiato il quadro economico anche nella visione del governo

Lavoro. Calabrò: “L’impresa sia attore sociale positivo per l’economia ‘giusta’, ‘civile’ e ‘circolare’”

“L’impresa riformista” è il titolo del nuovo libro di Antonio Calabrò, giornalista e scrittore con una vasta esperienza nel campo dell’editoria economica. È direttore della Fondazione Pirelli, vicepresidente di Assolombarda, docente all’Università Cattolica di Milano, per citare soltanto alcuni dei suo numerosi incarichi. La sua analisi muove dall’interno del mondo delle imprese e allo stesso tempo prova a tracciare una prospettiva più ampia, in cui le stesse imprese sono chiamate a svolgere un ruolo socialmente rilevante. Gli abbiamo rivolto alcune domande a partire dai temi del suo ultimo libro

Legittima difesa: approvate le nuove norme. Ecco cosa stabiliscono

La legge interviene su un problema che riguarda pochissimi casi, dato che nella quasi totalità delle situazioni gli indagati vengono prosciolti prima del dibattimento. Secondo i dati diffusi dal servizio studi del Senato, nella fase dibattimentale i procedimenti iscritti per “difesa legittima” sono stati cinque nel 2013, nessuno nel 2014, tre nel 2015, due nel 2016; quelli per “eccesso colposo” in legittima difesa sono stati due nel 2013, nessuno nel 2014, uno nel 2015, due nel 2016

Ius soli e il caso Rami. Cosa prevede la legge (che non c’è)

A essere precisi, nel nostro ordinamento il principio dello ius soli (ben noto al diritto romano) già esiste in virtù della legge 91 del 1992, secondo cui lo straniero nato in Italia e che vi abbia risieduto legalmente senza interruzione fino alla maggiore età, diviene cittadino al raggiungimento di quest’ultima. Ma quella legge risale a oltre un quarto di secolo fa e negli anni la situazione è profondamente cambiata. A guardarla con occhi liberi da schemi ideologici, la necessità di considerare italiani ragazzi che sono nati nel nostro Paese, che parlano italiano con l’accento di uno dei nostri tanti dialetti e magari vorrebbero diventare carabinieri come Rami e Adam, appare in tutta evidenza un fatto di equità e di civiltà