Siamo giunti alla celebrazione del venerdì santo: Gesù, condannato a morte, è condotto sul Golgota e muore in Croce. Mentre ci fermiamo a contemplare Cristo crocifisso e facciamo memoria del Suo amore per noi, della sua determinazione a portare a termine il progetto d’amore del Padre per l’umanità, vogliamo riflettere anche sulla dimensione umana di Gesù.
La croce non è punizione ma dono d’amore. Nella Pasqua, Cristo trasforma la morte in vita e ci invita a fare lo stesso: accogliere le fragilità, superare l’odio e rinascere all’amore che non muore
Haiti, Repubblica democratica del Congo, Repubblica Centrafricana, Sud Sudan: quattro Paesi tra quelli che vivono situazioni pesanti di conflitto, instabilità e violenza. Abbiamo chiesto a monsignor Aurelio Gazzera, vescovo di Bangassou (Repubblica Centrafricana), don Edouard Makimba Milambo, segretario esecutivo Caritas R.D. Congo, suor Elena Balatti, missionaria comboniana, direttrice della Caritas di Malakal (Sud Sudan) e Maddalena Boschetti, missionaria laica fidei donum della diocesi di Genova nella diocesi di Port-de-Paix ad Haiti, di raccontarci come vivono questi giorni.
Sarà una Pasqua “tranquilla” quella che i cristiani siriani si apprestano a vivere domenica 20 aprile, la prima dopo la caduta del regime di Bashar al Assad. A testimoniarlo è il vicario apostolico di Aleppo, padre Hanna Jallouf che al Sir racconta tutta l’attesa per un rinnovamento nel Paese segnato dalla guerra civile scoppiata nel marzo del 2011. "Certamente - ammette mons. Jallouf - non mancano le difficoltà e le criticità in un Paese che deve ricostruirsi e nel quale i cristiani possono dare il loro contributo di dialogo e di convivenza. Sappiamo bene che non si ferma tutto al Calvario, che c’è la Resurrezione e la pace che proviene da Cristo risorto". Anche per la Siria
Il 18 aprile, Venerdì Santo, la Chiesa universale lancia la tradizionale Colletta del Venerdì Santo grazie alla quale la Custodia di Terra Santa porta avanti la sua missione di "custodire i Luoghi Santi, le pietre della memoria, e favorire la presenza cristiana, le pietre vive della Terra Santa”. Un impegno che si traduce in numerose attività di solidarietà, pastorali, educative, assistenziali, sanitarie e sociali in Terra Santa. L'appello a donare della Custodia di Terra Santa.
Di ritorno dalla città di Mandalay, epicentro del devastante terremoto che ha colpito il Myanmar il 28 marzo scorso, un missionario racconta cosa ha visto. "Il disastro è enorme. Il volto, gli sguardi, la voce delle persone lo raccontano chiaramente: come potremo saltar fiori da questo enorme male? Ce la faremo a recuperare forze, energie, capacità, voglia, … per ricominciare ancora la vita?"
“L’amore infinito e misericordioso di Dio che accoglie tutti, è ciò che permette di sperare. Senza fare l'esperienza di questo amore misericordioso, resta il dolore. Restano l'angoscia e l'abbandono. E’ ciò che Gesù stesso ha provato sulla croce, dentro l'abbraccio amoroso del Padre. Ecco perché la Croce è anche fonte di irradiazione della luce”