Papa in Egitto. “L’unico estremismo ammesso per i credenti è quello della carità”

È stato il giorno della festa della minuscola comunità cattolica egiziana, quello di ieri al Cairo. L'incoraggiamento e l'invito di Papa Francesco ai cattolici a essere "locomotore" dell'Egitto sui binari della carità e del perdono, difendendo e vivendo la cultura dell’incontro, del dialogo, del rispetto. "L’unico estremismo ammesso per i credenti è quello della carità" ha ribadito il Pontefice. Le sette tentazioni da rifuggire per essere "operatori di concordia e costruttori di ponti".

Papa Francesco: “chiudere la porta ai migranti è un suicidio. La generosità dal Sud possa contagiare un po’ il Nord”

“Pensiamo alla crudeltà, la crudeltà che oggi si accanisce sopra tanta gente, lo sfruttamento della gente… La gente che arriva in barconi e poi restano lì, nei Paesi generosi, come l’Italia, la Grecia, che li accolgono, ma poi i trattati internazionali non lasciano… Se in Italia si accogliessero due migranti per municipio, ci sarebbe posto per tutti”.Così Papa Francesco, prima di andare via dalla basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina, dove sabato si è svolta la preghiera per i “nuovi martiri”, promossa dalla Comunità di Sant’Egidio.

Quattro anni con Francesco. Un pontificato di accoglienza, in lotta contro l’indifferenza

Oggi è l'anniversario dell'elezione al soglio di Pietro di Jorge Mario Bergoglio. Come per tutta l’opera di riforma avviata nella chiesa, lo stile scelto da papa Francesco nell’Evangelii gaudium, il suo documento programmatico, è quello di avviare processi, più che occupare spazi. Contro la «terza guerra mondiale» a pezzi, il modello è quello dell’accoglienza. “Accoglienza” è una delle parola chiave di questi quattro anni. Accogliere i poveri e gli ultimi, i migranti, i giovani e le famiglie, i non credenti e i fratelli delle altre religioni

Il papa con i familiari delle vittime di Dacca: “Grazie per la vostra testimonianza di amore”

“Non siete rimasti nella rabbia, nell’amarezza e nella voglia di vendetta ma avete imboccato, con il dolore dentro, la strada dell’amore per costruire e aiutare la gente del Bangladesh, soprattutto i giovani perché possano studiare: questo è seminare pace e vi ringrazio, per me è un esempio”. È con queste parole – riportate da L’Osservatore Romano – che papa Francesco ha stretto in un abbraccio 33 familiari di 6 delle 9 vittime italiane della strage avvenuta a Dacca, in Bangladesh, nella notte tra l’1 e il 2 luglio 2016: Marco Tondat, Christian Rossi, Maria Riboli, Vincezo D’Allestro, Claudio Cappelli e Simona Monti.