La viceministra dell'Istruzione nel Giorno della Memoria. "Un momento di riflessione e presa di coscienza collettiva sul dolore, sulla discriminazione, sul male"
Sono innumerevoli le testimonianze dirette della della Shoah, ma altrettante sono quelle che ci sono giunte attraverso la letteratura, la saggistica, la musica, il cinema. “Scrivilo. Scrivilo. Con inchiostro comune/ su carta comune: non gli fu dato da mangiare,/ morirono tutti di fame. Tutti? Quanti?/ E’ un grande prato. Quant’erba/ è toccata a testa? Scrivi: non lo so”. La memoria è anche quella di chi, come la grande poetessa polacca Wisława Szymborska, invitava chi poteva a ricordare attraverso il racconto e la scrittura, per evitare la negazione e la rimozione
La Fondazione: “Insieme al popolo ebraico, non dimentichiamo nemmeno i 500 mila, tra rom e sinti, morti nei campi di concentramento nazisti. Questa tragedia non può essere lasciata nei meandri del passato perché ha coinvolto uomini, donne e bambini che ancora oggi sono discriminati”
Silvia Cutrera (Fish): “Nel triste elenco delle vittime della Shoah non vanno dimenticate le Persone con disabilità, colpite dall’Aktion T4. Sterilizzate forzatamente a partire dal 1933 e dal 1940 uccise nelle prime camere a gas appositamente installate negli istituti psichiatrici del Terzo Reich”. Falabella: “Monito perenne e lezione universale”
Si celebra il 27 gennaio il Giorno della Memoria. Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma: “L’antisemitismo è come un fiume carsico che riemerge periodicamente e prende nuova forma a seconda di dove si insinua. Si rafforza ancor di più nei periodi di crisi e di disagio sociale perché è l’espressione di una insofferenza che si manifesta attraverso un pregiudizio e il pregiudizio vede nel diverso il capro espiatorio di colpe alle quali non si riesce a dare delle risposte”.
Milena Santerini è stata scelta un anno fa dal premier Conte per svolgere il ruolo di “coordinatrice nazionale per la lotta contro l'antisemitismo” presso la Presidenza del Consiglio. “Oggi ci chiediamo come siano stati possibili la Shoah, i bambini bruciati, la disumanità dei campi di concentramento. È stato possibile perché quell’orrore era l’esito di un processo di esclusione e propaganda a lungo preparato. Ed è stato possibile perché la gente non vedeva il male, era qualcosa di lontano. Ecco, la vicinanza ci permette di capire quello che papa Francesco proprio in questi mesi ci sta ripetendo e cioè che tutti, nessuno escluso, siamo sulla stessa barca”.
“Auschwitz ci ricorda e ci insegna ogni giorno di quali nefandezze può essere capace il genere umano se si lascia catturare dal fanatismo, dall’odio e da teorie aberranti, le stesse che ancora oggi spargono sangue innocente in tante parti del mondo, mettendo a rischio la pace, la civiltà e la convivenza reciproca”.
La Comunità di Sant'Egidio: "Vigilanza di fronte alla crescita dell’antisemitismo e del razzismo, accompagnati spesso da atti violenti e discriminatori". E la pandemia "ci richiama al destino comune dell’umanità, al di là delle differenze"