“L’impresa riformista” è il titolo del nuovo libro di Antonio Calabrò, giornalista e scrittore con una vasta esperienza nel campo dell’editoria economica. È direttore della Fondazione Pirelli, vicepresidente di Assolombarda, docente all’Università Cattolica di Milano, per citare soltanto alcuni dei suo numerosi incarichi. La sua analisi muove dall’interno del mondo delle imprese e allo stesso tempo prova a tracciare una prospettiva più ampia, in cui le stesse imprese sono chiamate a svolgere un ruolo socialmente rilevante. Gli abbiamo rivolto alcune domande a partire dai temi del suo ultimo libro
Più che commentare il Papa, operazione che ritengo presuntuosa, mi pare importante dedicarsi alla lettura del testo. Con il cuore libero: dalle paure rispetto a questo tempo, perché anche oggi il Signore parla (lo disse Isaia al popolo in un contesto non facile – Is 55, 6); libero dalle incertezze rispetto ai giovani, perché anche in essi c’è il sigillo della creazione e anche nel loro cuore c’è il soffio dello Spirito; libero dai pregiudizi che nascondono le fragilità attorno alle quali ci illudiamo di costruire fortezze inattaccabili
Beati i perseguitati per la giustizia. Ogni gesto secondo il Vangelo comporta un impegno. Siamo chiamati tutti a piccoli allenamenti, nelle occasioni in cui ci è possibile, a piccoli sì
Auguriamoci ancora che l’uomo (il cittadino, l’europeo) non smentisca se stesso destrutturando ciò che è stato costruito per il suo bene e per la pace tra gli uomini. Quella pace che come ci chiede Papa Francesco (nel discorso ai i partecipanti alla Conferenza “(Re)thinking Europe” dell’ottobre 2017) deve diventare una promessa in grado di gettare i semi per una vera e propria cultura di pace. Che superi paure e menzogne e sia – aggiunge ancora il Pontefice – luogo di “rapporti umani autentici e ricerca della giustizia, senza le quali la sopraffazione è la norma imperante di qualunque comunità”
Il Senato ha approvato ieri le nuove norme sulla legittima difesa. Immediate le reazioni delle associazioni. Gonnella (Antigone): “"Il rischio più grande è la presunzione di assoluta impunità". Beretta (Opal): “Temo che aumenteranno gli omicidi e ci sarà più violenza". Movimento Nonviolento: "Vince l’industria delle armi, perde la democrazia"
A Firenze il primo festival dell’economia civile. L’economista Zamagni: “Chi ha il potere economico finirà, lo sta già facendo, per esercitare un’egemonia economica e culturale”. Becchetti: “Il mondo gira intorno alle nostre grandi scelte di consumo”