In un articolo precedente citavo la necessità di differenziare il perdono dalle semplici scuse, questo quando viene compiuto un atto, un'azione che non rispetta le regole costruite all'interno di una famiglia o del contesto sociale di appartenenza.
Bene, niente. Quanto volte ci capita di chiedere a un ragazzo o anche a un bambino: «Com’è andata a scuola?». Questa frase è la più ricorrente quando un genitore saluta suo figlio al termine delle lezioni. Ma cosa vogliamo veramente dire con questa frase? Cosa ci interessa sapere veramente? Le domande sono fatte per trovare delle risposte, che risposta ci attendiamo?
Scuola, si riparte! “L’estate sta finendo e un anno se ne va..” cantavano i Righeira nel lontano 1985, ma ogni volta che arriva settembre in qualche modo sentiamo che si ricomincia: tornano le abitudini che l’estate aveva infranto e la regolarità del tempo rientra prepotentemente nelle nostre vite
“Non c’è vento favorevole per il "marinaio che non sa dove andare”. Forse la frase più conosciuta di Seneca che ho scritto all’inizio di questo pezzo per orientarci subito al punto in questione: la nostra capacità di prendere decisioni, per noi e per i nostri bambini.
Fin da quando eravamo piccoli, chi più chi meno, ha dovuto sottostare al principio imperativo per cui quando sbagliava atteggiamenti o parole, o ometteva qualcosa di importante, veniva rimproverato
C’era una volta un cammelliere che aveva tre figli e, arrivato in punto di morte, volle dividere tra loro le sue ricchezze che constavano in undici cammelli. Decise che al primo figlio toccasse la metà dei suoi averi, al secondo figlio un quarto e al terzo figlio un sesto.
Un tempo arrivava a casa la vecchia zia impicciona e dopo aver speso un po’ di tempo con i genitori si rivolgeva a noi bambini facendoci la solita domanda ingombrante: «E tu cosa farai da grande?».
L’aragosta è un animale soffice, molle che vive all’interno di un guscio rigido, che non si espande. Come farà l’aragosta a crescere? Con la crescita dell’aragosta quel guscio diventa estremamente limitante e l’animale si sente sotto pressione e a disagio. Così si nasconde sotto una roccia per difendersi dai pesci predatori, si libera del guscio e se ne produce uno nuovo.