È stato proiettato a Roma, in anteprima mondiale, il film “Cabrini”, dedicato a Madre Francesca Saverio Cabrini, fondatrice delle suore Missionarie del Sacro Cuore di Gesù e co patrona degli immigrati insieme a Giovanni Battista Scalabrini. Diretto dal regista e sceneggiatore messicano, Alejandro Monteverde, classe 1977, il film è prodotto dall’americano Eustance Wolfington.
Attori che fanno la differenza, capaci di illuminare storie complesse e sofferte che meritano attenzione. È il nesso che lega due film in sala da giovedì 23 febbraio ora in corsa per gli Oscar. Il primo è “The Whale”, intenso e poetico dramma esistenziale diretto da Darren Aronofsky, che segna il ritorno di Brendan Fraser. Arriva poi in sala grazie a Lucky Red, il legal drama a sfondo storico “Argentina, 1985” di Santiago Mitre con un magnifico Ricardo Darín. Il racconto del processo che ha fatto la storia democratica dell’Argentina
Maurizio De Giovanni. Il noto scrittore napoletano, che ha firmato alcuni dei successi più rilevanti della Rai degli ultimi anni come “I bastardi di Pizzofalcone”, “Il Commissario Riccardi” e “Mina Settembre”, è l’ideatore del soggetto della serie Palomar “Resta con me”
Ce n’è per tutti i gusti: ricca è infatti l’offerta della settimana tra cinema e piattaforme. In sala il dramedy di respiro familiare “Non così vicino” di Marc Foster con un sempre magnifico Tom Hanks, l’adattamento del bestseller “L’uomo che metteva in ordine il mondo” di Fredrik Backman. Ancora, il kolossal “Ant-Man and the Wasp: Quantumania” di Peyton Reed, che inaugura la Fase 5 del Marvel Cinematic Universe. Su Netflix, la miniserie “La legge di Lidia Poët” firmata Matteo Rovere, period-legal drama di matrice brillante con Matilda De Angelis ed Eduardo Scarpetta. La risposta italiana a “Enola Holmes”
Anna e Giovanni, i genitori del regista, sono una coppia di coniugi che vive in un paese nel sud della Sardegna. Sono sposati da ormai trentaquattro anni e durante la loro vita sono riusciti a togliersi qualche soddisfazione: hanno una casa tutta loro che via via adattano alle loro esigenze, un figlio che si è laureato anche grazie ai loro sacrifici, e una notevole autosufficienza guadagnata duramente durante il corso degli anni.
Non ci sarà molto da ricordare della 73ª edizione della manifestazione, con testi allineati alle mode, provocazioni facili e poca originalità. Un momento commovente, secondo il giornalista, c’è stato, comunque, all’inizio della prima serata con l’inno cantato da Morandi davanti al capo dello Stato
Il monologo di Francesca Fagnani ieri al Festival in sintonia con la visione dell’Autorità garante: "I minorenni che sbagliano non sono irrecuperabili e hanno diritto a un futuro"