Sbarca nelle sale italiane “Una famiglia vincente. King Richard” di Reinaldo Marcus Green, biopic sulle tenniste Venus e Serena Williams, uno dei titoli forti della stagione, che lancia Will Smith nella corsa ai premi come attore protagonista. Novità in piattaforma: il documentario “Harry Potter: Return to Hogwarts” su Sky e Now, che celebra i 20 anni dal primo film sul maghetto uscito dalla penna di J.K. Rowling, e la docuserie “Stories of a Generation con papa Francesco” con la partecipazione del Santo Padre
Una panoramica sulle principali hit: su Prime Video il biopic “Being the Ricardos” firmato Aaron Sorkin; su Netflix la commedia satirica “Don’t Look Up” di Adam McKay e la seconda stagione della stilosa serie “Emily in Paris”; infine, su Sky e Now il doc “Tina” dedicato alla regina del rock Tina Turner
Correva l’anno 1922 e nella visione di John Reith, padre della British Broadcasting Corporation, quella radio di Stato doveva essere un’emittente indipendente, in grado di istruire, informare e intrattenere l’intera nazione. Libera da interferenze politiche e da pressioni commerciali. Poi sono arrivati la tv, i documentari, i dibattiti. Ma anche la concorrenza delle reti commerciali e a pagamento. Il sostegno dei governo sembra venir meno. Secondo Tony Hall, ex direttore, “nell’epoca delle fake news la Bbc rimane un modello di imparzialità e verità”.
Dio nei film di Natale viene nascosto con la stessa efficacia con cui potresti nascondere un elefante nel salotto di casa tua: indubbiamente ne spunterà in continuazione qualcosa; puoi provare a nascondere la Mangiatoia di Betlemme sotto cumuli di neve, palle di Natale scintillanti, musichette, dolci, brillantini e sentimentalismo, ma prima o poi spunterà fuori la chiamata all’amore, alla conversione, alla pace
Non serve essere ferventi cattolici per inciampare nei tabù sul sesso. Da sempre, solo la parola provoca e genera contrasti. Ma fra la morale più bigotta e la lussuria sfrenata qual è la strada indicata da Dio per l’umanità? Prova a rispondere Giovanni Scifoni nel suo “Santo piacere. Dio è contento quando godo” tornato al teatro Sala Umberto di Roma a dicembre. Sul palco l’attore pone a confronto la fede e il godimento della carne. Da mattatore, si cala nei panni del pacato don Mauro e del pizzaiolo Rashid, moderno e musulmano, riporta alla memoria gli anni ’80, i secoli e i papi del passato, mette alla prova il pubblico, facendolo divertire e poi commuovere.
Penso che la cosa più preziosa che un cristiano può recepire dall’opera di Zerocalcare, al di là dello spasso e dei revival (per la mia generazione di bamboccioni, almeno), sia questa: che l’uomo, senza Cristo, semplicemente non ha risposte ed è incompleto, e non ha difese convincenti contro l’apparente ragionevolezza della disperazione (l’Armadillo)