Punto Cnvf-Sir: Al via la Festa del Cinema con “The Eyes of Tammy Faye”. In sala “The Last Duel” firmato Ridley Scott

Partenza tutta hollywoodiana per la 16a Festa del Cinema di Roma (14-24 ottobre, Auditorium Parco della Musica): film d’apertura è “The Eyes of Tammy Faye” di Michael Showalter, biopic scintillante dai riflessi tragico-grotteschi sull’ascesa e caduta di una coppia di telepredicatori evangelici nell’America anni ’70-’80. Jessica Chastain nel ruolo di Tammy Faye offre una performance di vivo talento, lanciandosi con decisione nella corsa ai premi della stagione, Oscar in testa. E ancora, al cinema dal 14 ottobre c’è “The Last Duel” firmato Ridley Scott con Matt Damon, Jodie Comer, Adam Driver e Ben Affleck: ispirato a una storia vera, il film getta uno sguardo psicologico sul mondo medievale a trazione maschile dove una donna rischia tutto pur di difendere il suo onore e la verità. Il punto Cnvf-Sir.

Media e pandemia: in crescita tv, internet e smartphone, utilizzati per “spezzare l’assedio” del Covid

Presentato il Rapporto del Censis. Crescono ancora le tv, quelle tradizionali e le più innovative; radio sempre all’avanguardia: i radioascoltatori sono il 79,6% degli italiani. Boom di internet e smartphone, ma web e social network non solo per loro: il 51,4% degli over 65 è online. A sorpresa aumentano anche i lettori dei libri. Crisi sempre più evidente per i media a stampa

Punto Cnvf-Sir: “No Time to Die”, quando l’azione si tinge di sentimento. 25° titolo della saga di James Bond, il 5° con Daniel Craig

Rimane appiccicato addosso, e a lungo, con una punta di malinconia, “No Time to Die”, il 25° film della saga 007. È infatti a dir poco spiazzante l’ultima avventura di James Bond diretta da Cary Fukunaga, ancor più delle precedenti interpretate da Daniel Craig: cinque volte in tutto in quindici anni, da “Casino Royale” (2006) a “Quantum of Solace” (2008), passando per “Skyfall” (2012) e “Spectre” (2015), fino a “No Time to Die” (2021). Craig si conferma così il Bond più “longevo”, anche se Sean Connery e Roger Moore hanno indossato più volte lo smoking della spia al servizio di Sua Maestà. Con quest’ultimo Bond di Craig si compie una definitiva evoluzione del personaggio creato dallo scrittore Ian Fleming nel 1953: quell’eleganza algida e sfuggente, marcata da ironia ‘so British’, tipica della maggior parte dei Bond, viene sostituita in un primo momento da un habitus molto fisico, un mix muscolare e sensuale, per approdare poi sulle rive del sentimento