Venezia78: È il giorno dei fratelli D’Innocenzo con “America Latina” e di Jan Matuszynski con “Leave no Traces”

Svelato anche l’ultimo film italiano in gara alla 78a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia. Nel nono giorno di Festival ci sono i fratelli D’Innocenzo con “America Latina” con Elio Germano. Forti del riconoscimento al Festival di Berlino con “Favolacce” (2020), i due registi romani presentano al Lido uno sguardo livido e impietoso sulla periferia italiana, sul tessuto familiare. Si tratta invece di un film denuncia, quasi un legal thriller, “Leave no Traces” del regista Jan P. Matuszynski, che mette in racconto la storia vera del diciottenne Grzegorz Przemyk, ucciso dalle percosse della polizia nella nella Polonia degli ’80. Una ferita ancora aperta. Il punto Cnvf-Sir dalla Mostra, giovedì 9 settembre

Venezia78: in gara “Qui rido io” di Martone su Scarpetta. Fuori concorso “La scuola cattolica” di Mordini

Settimo giorno alla 78a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia. Sul tappeto rosso c’è Mario Martone che presenta “Qui rido io” – terzo film italiano a passare in concorso –, commedia amara che racconta tra luci e ombre il genio di Eduardo Scarpetta, uno dei padri della tradizione teatrale napoletana (e non solo). A impersonare il capocomico è un trascinante Toni Servillo da applausi. Ha chiuso invece la giornata di lunedì 6 settembre “La scuola cattolica” di Stefano Mordini, opera fuori concorso che affronta il delitto del Circeo del 1975 attraverso le memorie dello scrittore Edoardo Albinati. Il punto Cnvf-Sir dalla Mostra, martedì 7 settembre

Venezia78. Quinto giorno: in concorso “Illusions perdues” di Xavier Giannoli e “Sundown” di Michel Franco

Nel quinto giorno alla 78a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia due autori noti al Lido. Il primo è il francese Xavier Giannoli che dopo l’applaudito “Marguerite” del 2015 si presenta in concorso con il film storico di respiro letterario “Illusions perdues” dal romanzo di Honoré de Balzac. Uno sguardo rivolto alla Parigi dell’800 tessendo continui rimandi al nostro presente, al mondo del giornalismo, dell’editoria come pure della politica. Ancora, dopo il successo a Venezia77 con “Nuevo orden” il regista messicano Michel Franco propone il dramma “Sundowon” con Tim Roth, racconto intimo e al contempo di netta denuncia sociale. Infine, un richiamo al film di Paul Schrader “The Card Counter” con Oscar Isaac passato in gara il secondo giorno del Festival. Il punto Cnvf-Sir dalla Mostra, domenica 5 settembre

Venezia78: “Competencia Oficial” del duo Duprat-Cohn, “Il buco” di Frammartino e “The Lost Daughter” della Gyllenhaal

In gara torna Penélope Cruz, che dopo il film di Almodóvar è protagonista della commedia targata Spagna-Argentina “Competencia Oficial” dei registi Gaston Duprat e Mariano Cohn, un’istantanea provocatoria e dissacrante del mondo del cinema odierno. Nel cast protagonisti anche Antonio Banderas e Oscar Martinez: irresistibili! Svelato anche il secondo titolo italiano in Competizione, “Il buco” di Michelangelo Frammartino, che si confronta con l’impresa di un gruppo di speleologi nell’Italia del boom economico. E sempre alla Mostra, dalla programmazione di ieri, “The Lost Daughter”, film che segna l’esordio alla regia dell’attrice Maggie Gyllenhaal

Venezia78: è il giorno di “Spencer” di Larrain e del kolossal “Dune” firmato Villeneuve

“Spencer”, del regista cileno Pablo Larraín, è un racconto tra realtà e fiaba triste sulla principessa Diana, colta nel momento in cui matura la decisione di allontanarsi dalla Casa Reale. Nel ruolo un’intensa e convincente Kristen Stewart, che si incammina con decisione verso una possibile Coppa Volpi (e non solo). Ancora, al Lido sbarca il kolossal d’autore “Dune” firmato dal canadese Denis Villeneuve, che porta il suo sguardo ricercato sul mondo fantascientifico ideato negli anni ’60 da Frank Herbert

Venezia78. In concorso alla Mostra Paolo Sorrentino con “È stata la mano di Dio” e Jane Campion con “The Power of the Dog”

Primo giorno di gara alla 78a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia con due titoli che battono bandiera Netflix. Anzitutto “È stata la mano di Dio” scritto e diretto da Paolo Sorrentino – il primo dei cinque autori italiani del Concorso –, opera che ci riporta alla Napoli dei primi anni ’80, colta nell’entusiasmo quasi incontenibile per l’arrivo del campione Diego Armando Maradona; un racconto di formazione dai non pochi echi felliniani. E ancora, il western esistenziale “The Power of the Dog” firmato dalla regista neozelandese Jane Campion, che torna in gara al Lido dopo vent’anni. Protagonista è un magnetico Benedict Cumberbatch. Il punto Cnvf-Sir dalla Mostra sulle proiezioni di giovedì 2 settembre.