Rubriche | Terra terra
Il peso di un saluto: educazione o faziosità?
Non possiamo dire che in due mesi di presidenza Trump non stia cambiando il mondo
Non possiamo dire che in due mesi di presidenza Trump non stia cambiando il mondo
Di certo è aumentata la confusione: dalla Riviera Gaza alla guerra sbagliata in Ucraina, fino alla guerra dei dazi. E in tutto questo mettiamoci pure i “saluti” che invece di essere “salutari” sono faziosi quanto inquietanti. Ebbene sì, la politica si fa sempre con i segni e il saluto o salutarsi rientra nella storia più di quanto si possa immaginare. Lo diamo per scontato, l’alzare la mano, dire un ciao, dare il buongiorno. Quasi un’abitudine, sebbene sia sempre più rara soprattutto tra i giovani. Ci si saluta quindi, come gesto di civiltà. E non è un caso se chi vi scrive lo stia facendo da un luogo, Montegaldella, che ha il vanto di essere il primo e unico “paese del saluto” al mondo. Nel mondo quei saluti con il braccio alzato mostrati da Musk prima e Bannon poi sono gli ultimi di una serie che smuovono coscienze e ricordi. Ben diverso dal nostro braccio alzato quando salutiamo per strada, quello ostentato da questi uomini ombra della presidenza trumpiana ha un peso superiore in termini di nemesi storica. Se al nostro saluto quotidiano riconosciamo un valore di rispetto che però dura qualche secondo, quello di questi signori, al tempo dei social, ha una visibilità e un peso maggiore e non casuale. Un conto è alzare la mano in verticale. Un altro è alzare il braccio a mano tesa sul modello del saluto romano. Inutile poi giustificarsi dicendo:“Era solo un saluto”. Certo, ma che saluto? Anche in questo la mezza verità espressa è sempre una mezza comunicazione vera, che nasconde nell’altra oscura verità quello che sempre più sta venendo a galla in questa ridda di saluti che sta inquietando il mondo. E non sono gli unici, sia ben chiaro! Anche da noi, dove quel saluto è effettivamente nato, troviamo esimi esponenti politici che ancora oggi “mascherano” le loro volontà in un “mezzo saluto”, che basta per intuirne intenzioni e nostalgie. Quindi: “Tanti saluti a tutti!”.