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Vangelo della domenica

martedì 5 Dicembre 2023

Seconda Domenica di Avvento *Domenica 10 dicembre 2023

Marco 1,1-8

Redazione
Redazione

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaia: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.

Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

C’è tanta confusione fuori, oggi. 

E stranamente è una confusione che mette allegria, risveglia la voglia di vivere, alimenta nuove speranze. È fatta di voci che si accavallano, mettendo d’un balzo a tacere le solite chiacchiere con cui infarciamo quotidianamente il parlare comune. Su tutte risalta la voce forte di Isaia: «Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: “Ecco ilvostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio”» (Is 409-10). 

Il richiamo è decisamente forte e, ripetuto com’è, non ammette indugi. Dà per certo il ritorno tanto atteso del Signore! C’è da credergli? Intorno, non si muove paglia. C’è il solito grande deserto che sigilla il grande esilio in cui siamo finiti. Ma Isaia insiste: «Consolate, consolate il mio popolo. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede» (40,1-2).

Su questo ha ragione Isaia! Di amarezza ne abbiamo avuta fin troppa. Se non abbiamo apprezzato il bene per ciò che ci garantiva, ne abbiamo, però, sofferto tutta la mancanza: «Il doppio per tutti i peccati» commessi. E allora – continua Isaia – non c’è tempo da perdere! «Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata» (40,3-4). E vedrete! Cosa?

Vedrete che il messaggio di Isaia viene raccolto, al di là di distanze geografiche e temporali, da Giovanni Battista. È un uomo selvatico, un profeta che vive di niente: «Veste di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangia cavallette e miele selvatico» (Mc 1,6). Ma anche lui, «voce di uno che grida nel deserto» non fa che ripetere la sollecitazione di Isaia: «Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”» (1,2-3). 

La riprende e la rimpalla più avanti. 

E così trasforma la visione di un solitario in una luminaria stradale, che traccia nella notte il dipanarsi di un disegno che, nel passare dei secoli, diventa presto gioco di squadra, che fa girare tutto il campo. Il traversone che riceve da dietro, da Isaia, infatti, Giovanni lo rilancia in avanti, a chi? «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo» (1,7-8).

È un ottimo assist! Da vero campione, 

non vuole strabiliare per dribbling personali. Vuole, piuttosto, portare all’attacco, sotto la porta avversaria, tutta la sua squadra. È una nuova tattica? Macché!, ci risponde Isaia , «come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri» (Is 40,11). È la tattica che il Signore usa sempre: non sfondare per bravura personale, ma far giocare tutte le forze in campo, partendo dal fondo e accompagnando con mitezza e sapienza le presenze più deboli, soprattutto 

gli ultimi arrivati, «gli agnellini» 

del gregge, e gli anziani del gruppo, «le pecore madri». 

Forse a chi guarda dagli spalti l’azione risolutiva sembra tardare più del dovuto. Ma… «una cosa non dovete perdere di vista, carissimi – ci spiega Pietro – davanti al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni come un solo giorno. Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa, anche se alcuni parlano di lentezza. Egli non vuole che alcuno si perda» (2Pt 3,8-10). Con lui si vince tutti e si arriva assieme! E sarà goal su tutta la rete! 

Vedrete! «Amore e verità s’incontreranno – canta il salmo – giustizia e pace si baceranno» (Sal 84,11). Sono soluzioni impossibili alle nostre sole forze umane. Ma finalmente con lui «verità germoglierà dalla terra e giustizia si affaccerà dal cielo» (84,12). In una corrispondenza perfetta, di cielo e terra. «Certo, il Signore donerà il suo bene e la nostra terra darà il suo frutto; giustizia camminerà davanti a lui: i suoi passi tracceranno il cammino» (84,13-14). 

E così, con lui che ci cammina davanti, finirà per sempre questo eterno labirinto di cose e di sentimenti, di cui non riusciamo a trovare l’uscita. Con lui l’enigma diventerà mistero, il problema un’opportunità, il nostro perderci un abbraccio di sapienza inedita. Lui sarà «pace per il suo popolo, per i suoi fedeli» (84,9). «Nuovi cieli e una terra nuova – conclude Pietro – nei quali abita la giustizia». 

Non ci resta che corrergli incontro, come «accorrevano a Giovanni «tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. Si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati» (Mc 1,5). 

frate Silenzio

Sorella allodola

Siamo gli ultimi a godere di una storia piena di grazia e di amore!

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