Istat: più di quattro milioni di italiani vivono in condizione di povertà assoluta

In difficoltà le famiglie con più di tre figli. I dati sono stati presentati alla Camera durante la discussione sul ddl povertà. «Fenomeno contrastabile solo se c’è fiducia tra Stato e famiglie», afferma il Forum. Ma l’Italia spende il 10 per cento in meno rispetto alla media europea

Istat: più di quattro milioni di italiani vivono in condizione di povertà assoluta

Un milione e 470 mila famiglie residenti in Italia vivono in condizione di povertà assoluta, cioè non dispongono, o solo a tratti, di risorse primarie come cibo, acqua, vestiti e abitazione. Parliamo, nel complesso, di quattro milioni e 102 mila persone che rappresentano il 6,8 per cento dell’intera popolazione italiana. Il dato, che fa riferimento al 2014, è stato presentato dall'Istat alla Camera davanti alle commissioni Lavoro e Affari Sociali per la discussione sul disegno di legge povertà.

Situazione critica per famiglie con più figli. Soffre il Mezzogiorno
L’Istituto nazionale di statistica ha evidenziato un’ulteriore criticità per le famiglie composte da cinque o più componenti (il 16,4 per cento), soprattutto se coppie con tre o più figlie (16 per cento), mentre l’incidenza sale al 18,6 per cento in famiglie con almeno tre figli minori. A soffrire è maggiormente il Sud: sono 704 mila, infatti, le famiglie indigenti, il 45,5 per cento. Analizzando, inoltre, l’andamento rispetto al 2012, emerge un peggioramento della condizione di povertà assoluta con l’aumento di circa due punti percentuali. Stimati in 50 mila 724 le persone senza dimora che, nei mesi di novembre e dicembre 2014, hanno utilizzato almeno un servizio di mensa o accoglienza notturna nei 158 comuni in cui è stata condotta l'indagine.

«Misure più efficaci se tarate sui nuclei familiari»
«Il provvedimento ignora sostanzialmente il nucleo familiare non dosando il sostegno – commenta il Forum delle associazioni familiari, presente alla Camera con una delegazione guidata dalla vicepresidente Emma Ciccarelli – Nel ddl non sono previsti misure di prevenzione della povertà, come fisco più equo, e lo stanziamento previsto per il finanziamento delle misure è risibile». Lacune, secondo il Forum, che andrebbero colmate perché «la povertà – si legge nella nota – può essere contrastata solo ricostruendo un patto di fiducia e responsabilità tra Stato e famiglie».

L’Italia spende meno della media europea
Ma l’Italia quanto spende per contrastare la povertà? Meno rispetto al resto d’Europa: per l’assistenza e protezione sociale dei gruppi deboli della popolazione, come disabili, anziani, esclusi sociali o senza dimora, la quota di spesa pubblica è di circa 10 punti percentuali inferiore a quelle di Francia e Germania e alla media europea. L'84 per cento degli individui che usufruiscono delle principali prestazioni assistenziali previste dal sistema di welfare italiano è costituito da persone anziane. «Le misure previste dal sistema socio-assistenziale italiano - ha spiegato Cristina Freguja dell'Istat - sono solo in parte finalizzate al contrasto della povertà e non si rivolgono esclusivamente a individui in condizioni di difficoltà economica».

Il ddl povertà
Per attuare nuove politiche di contrasto alla povertà, il percorso scelto dal governo non prevede un reddito minimo di cittadinanza, ma una strategia di sostegno alla persona finalizzato soprattutto al suo inserimento lavorativo. Sostegno che prevede, inoltre, una serie di servizi ritagliati su misura, tenendo conto delle esigenze dei singoli individui, come chi, per esempio, ha carico più figli.

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