Non solo ius soli. Quante leggi non arriveranno al traguardo?

L’appuntamento con le urne non è ancora fissato ma è atteso per la primavera. Significa che il parlamento ha appena un paio di mesi liberi dalle incombenze legate al bilancio. Dal card. Bassetti l’ennesimo appello all’approvazione della legge sulla cittadinanza, ma il Pd ribadisce: non ci sono i numeri.

Non solo ius soli. Quante leggi non arriveranno al traguardo?

Nella sua prolusione in apertura del consiglio permanente, il presidente della Cei card. Gualtiero Bassetti, parlando dei migranti. ha auspicato che il processo di integrazione

«possa passare anche attraverso il riconoscimento di una nuova cittadinanza, che favorisca la promozione della persona umana e la partecipazione alla vita pubblica di quegli uomini e donne che sono nati in Italia, che parlano la nostra lingua e assumono la nostra memoria storica, con i valori che porta con sé».

Un monito a chi sta tergiversando sul tema, tanto che lo Ius soli, il progetto di legge sulla cittadinanza per chi è nato in Italia o ha completato un ciclo di studi nelle nostre scuole, a settembre è scomparso dal calendario parlamentare: per le disposizioni sulla cittadinanza manca una maggioranza e così ogni decisione è rimandata.

Eppure il tempo della legislatura è segnato

Per la data precisa è presto, ma il presidente Sergio Mattarella nei giorni scorsi ha affermato che la scadenza naturale della legislatura è fine febbraio, lasciando intendere che andremo alle urne a inizio primavera.

Restano quindi pochi mesi – un paio appena, se togliamo il tempo necessario per la legge di stabilità, per l’aggiornamento del Def, il documento di economia e finanza, e quello riservato alla campagna elettorale – per approvare alcune leggi che da anni segnano il calendario delle due camere, ma sulle quali l’accordo resta lontano.

Oltre allo ius soli non si trova l’accordo innanzitutto sulla legge elettorale, dopo il porcellum bocciato dalla Consulta, la promulgazione dell’Italicum per la Camera, la decisione della Corte Costituzionale che lo ha di fatto trasformato in una legge proporzionale e il defilarsi della maggioranza sull’ipotesi di un sistema elettorale alla tedesca. L’argomento resta prioritario nel dibattito politico, ma la volontà di dar corpo alla riforma appare scarsa e legata alla convenienza immediata dei sondaggi pre elettorali.

Dall’inizio della legislatura nel marzo 2013 sono stati presentati 5.826 disegni di legge.
Secondo Openpolis, l’Osservatorio civico della politica italiana, 94 in questo momento hanno ottenuto l’approvazione da almeno un ramo del parlamento ma rischiano di non arrivare in porto.
Tra questi vi sono il reato di propaganda fascista, la legge sulle demolizioni degli edifici abusivi, il nuovo codice della strada, gli orari di apertura degli esercizi commerciali, la diffamazione sulla stampa, il cognome da dare ai figli o la tutela degli orfani dei crimini domestici.

I progetti che hanno maggiori probabilità di essere approvati sono quelli già passati per il Senato e ora in discussione alla Camera, dove la maggioranza non ha problemi di numeri: potrebbe così vedere la luce almeno il “registro delle opposizioni” che dovrebbe fermare le telefonate indesiderate da parte di call center promozionali.
Comunque il il 41 per cento dei provvedimenti fermi alla Camera riguarda la ratifica di trattati internazionali che dovrebbero essere approvati facilmente.

Più complicato l’iter per le leggi in discussione al Senato, dove la maggioranza di governo non è scontata.
Qui tra gli altri provvedimenti fermi ci sono progetti di legge attesi da anni, che hanno sollevato molte discussioni e polemiche come il testamento biologico, l’abolizione dei vitalizi, la legittima difesa, l’uso terapeutico della cannabis sativa, i decreti legge sull’acqua pubblica, sul consumo del suolo, sulle aree protette.

Pesa su tutti questi progetti l’intreccio di alleanze che porterà alla composizione del futuro parlamento e che si sta delineando in occasione delle elezioni regionali siciliane.
I gruppi politici minori si muovono pensando di poter superare lo sbarramento del 3 per cento previsto dall’attuale sistema elettorale: un recente sondaggio di Diamanti e Pagnoncelli afferma che sarebbero almeno sei i partiti in grado di farcela, mentre altri tre o quattro sono compresi tra il due e il tre per cento e stanno giocando tutte le loro carte per riuscire a superare l'asticella o modificare le regole.
Una babele dalla quale difficilmente uscirà una legge elettorale obiettiva e condivisa.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Parole chiave: openpolis (2), ius-soli (9), cittadinanza (39), legge-elettorale (6), testamento-biologico (1), vitalizi (2)