Se papa Francesco "sdogana" la Padania…
Yugoslavia, Catalogna, Scozia. Papa Francesco cita i casi più emblematici di rivendicazioni autonomiste o secessioniste in Europa su cui riflettere. E aggiunge anche la Padania. Ma due direttori di settimanali diocesani, Guglielmo Frezza da Padova e Vincenzo Rini da Cremona, escludono uno sbocco indipendentista, proprio partendo dalla considerazione che in questo caso non c'è alcun "antecedente" che possa giustificare un processo di secessione.
Papa Francesco è stato chiaro: «Qualsiasi divisione mi preoccupa». Intervistato dal quotidiano catalano La Vanguardia, era normale che il discorso cadesse sulle rivendicazioni autonomiste e secessioniste. Così, una domanda sul conflitto tra Catalogna e Spagna è stata lo spunto per una riflessione sulle «divisioni».
La novità è che ha parlato della Padania, realtà nata dal dibattito politico nostrano tra voti di protesta e rivendicazioni autonomiste. Uno sdoganamento? Il quotidiano della Lega Nord, "La Padania", sul suo sito ha osservato che «non era mai accaduto che un pontefice citasse la Padania, e nemmeno che dal Vaticano si levasse l’invito a non chiudere a priori alle istanze autonomiste e secessioniste». Però il papa è stato chiaro anche in questo caso: «Si troveranno casi che saranno giusti e altri che non lo saranno, ma la secessione di una nazione senza un antecedente di unità forzata va presa con le molle e bisogna analizzarne tutti gli aspetti». È questo il caso della Padania?
La Padania non è mai esistita. «La Padania è fittizia: dal punto di vista storico e geografico non c’è mai stata una realtà padana, né qualcosa di riconducibile a quel progetto», chiarisce Guglielmo Frezza, direttore del settimanale diocesano padovano La Difesa del Popolo. Visto dal Veneto, «semmai i nostri riferimenti storici sono altri, ad esempio la Repubblica di Venezia, che è esistita per secoli ed era uno stato che dialogava da pari a pari con le altre potenze europee».
Il direttore del giornale padovano rimarca il richiamo del papa all’«antecedente» storico. La Jugoslavia è nata da «un assunto ideologico dopo la seconda guerra mondiale» e si può proprio parlare di «unità forzata tra stati che avevano percorsi diversi». Pur facendo le debite distinzioni, anche nel Regno Unito «nessuno mette in dubbio che la Scozia sia diversa dal Galles» e «la Catalogna ha guardato a lungo all’area occitana e franco-provenzale». In Italia, invece? «Non c’è alcun antecedente storico di una pseudo-identità padana – prosegue Frezza – tant’è che l’idea leghista di uno stato del Nord, esistito solo nella mente di qualcuno, non ha mai fatto battere il cuore dei veneti».
Non «stiracchiare» le parole del papa. Francesco «non intende dare patenti di "diritto" all’indipendenza per nessuno, solo vuole portare avanti una utile riflessione sulle rivendicazioni autonomiste e secessioniste», annota Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica di Cremona, ribadendo che «nella storia non è mai esistita nessuna Padania, come non è mai esistito neppure il nome "Padania", inventato poco più di vent’anni fa da Bossi e soci». Andando indietro nel tempo, all’Italia preunitaria, «sui territori attribuiti dalla Lega Nord alla cosiddetta Padania – chiarisce Rini – sono esistiti vari stati, a partire dalla Repubblica di Venezia, dal ducato di Piemonte e dal ducato di Milano, senza dimenticare gli staterelli e i territori dello stato pontificio nell’attuale Emilia Romagna».
Pure la lingua non è un elemento di unità, visto che nel Nord Italia «esistono dialetti vari, diversissimi, senza alcuna relazione tra di loro: che apparentamento ci può essere – domanda Rini – tra i dialetti piemontese, milanese, bergamasco, veneto, friulano, romagnolo e via dicendo?». Per il direttore del settimanale lombardo, quindi, non si tratta affatto di un riconoscimento e «sbaglia chi ritiene di stiracchiare le parole del papa a proprio uso e consumo».
Come dice il papa, bisogna guardare agli «antecedenti»: così facendo, per la Padania il discorso sarebbe già chiuso.
