Giovani&Lavoro, il progetto Policoro arriva anche a Padova

Quaranta giovani hanno partecipato al campo proposto dall’Ac di Padova in Sicilia toccando con mano i frutti del progetto Policoro, realtà della Conferenza episcopale italiana che da oltre vent’anni favorisce l’occupazione e l’auto-imprenditorialità. In questi mesi il progetto Policoro sta gettando le basi per operare anche nella Padova dai capannoni abbandonati.

Giovani&Lavoro, il progetto Policoro arriva anche a Padova

«Non pensavo che la chiesa si occupasse di lavoro. Ma non pensavo nemmeno che il lavoro fosse così importante per la vita di un cristiano fino al punto di diventare vocazione»
Mentre l’Intercity arranca verso casa, i quaranta giovani che dal 17 al 23 agosto hanno partecipato al campo proposto dall’Ac di Padova in Sicilia – dal titolo “Giovani, lavoro e vangelo” – rimettono in ordine volti, paesaggi e testimonianze al termine di un’intensa settimana di incontri.
Dai quartieri affollati di Palermo alle colline romite di Nicosia, dai boschi sull’Etna allo stretto di Messina, i giovani padovani si sono confrontati con i frutti del progetto Policoro, realtà della Conferenza episcopale italiana che da oltre vent’anni favorisce l’occupazione e l’auto-imprenditorialità (www.progettopolicoro.it).

Nelle diocesi in cui opera, il progetto Policoro mette insieme le pastorali giovanili, le Caritas e gli uffici di pastorale sociale
Attraverso animatori di comunità, la consulenza di professionisti e un piccolo prestito per iniziare, la chiesa accompagna i giovani a creare lavoro a partire dal territorio in cui vivono, evitando quelle fughe di massa che specie al Sud creano voragini generazionali.
Nei loro sette giorni in Sicilia i giovani di Padova hanno potuto toccare con mano queste nuove realtà, frutto di impegno, tenacia e adesione alla legalità attraverso l’occhio del cliente: a Palermo hanno visitato palazzo Asmundo e la Torre di San Nicolò accompagnati da una guida della cooperativa turistica Terradamare; alle pendici dell’Etna si sono arrampicati tra i percorsi sugli alberi del parco Etnavventura; a Messina, infine, hanno visitato il negozio La Stanza dello Scirocco, dove alcuni giovani hanno fatto di fumetti, vintage e collezionismo un lavoro vero e proprio.

Storie di “resistenza”, frutto di un sano associazionismo in Azione cattolica e negli scout, in una terra di chiaroscuri come la Sicilia, dove la malavita è un peso che si fa ancora sentire: proprio per questo l’incontro con il comitato Addiopizzo contro il racket, la visita ai luoghi del beato don Pino Puglisi, assassinato dalla mafia, e il dialogo con Tina Montinaro, vedova del caposcorta di Giovanni Falcone, si sono rivelati doni preziosi.
Attraverso l’esempio dei protagonisti di Policoro, il campo ha dato l’occasione ai giovani, per lo più studenti, di riflettere sulla centralità che il lavoro ricoprirà nelle loro vite.

Un lavoro che non è solo il mezzo per “arrivare alla fine del mese” ma una chiamata di Dio a essere, con Lui, co-creatore del mondo
«Il cristiano è tale in ogni aspetto della sua vita, lavoro compreso – osserva al ritorno don Marco Cagol, “animatore del campo” assieme a Carmen Savarese e a don Stefano Manzardo dell’Ac – Come chiesa è importante parlare di lavoro alla luce del vangelo anche con i giovani che ancora studiano: è un argomento che li affascina».

In questi mesi il progetto Policoro sta gettando le basi per operare anche nella Padova dai capannoni abbandonati
Ora è il Sud che insegna qualcosa al Nord: «Si apre un nuovo fronte: Policoro potrà portare frutto anche da noi, magari anche grazie ai giovani che hanno vissuto il campo in Sicilia».

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