A San Benedetto un cast internazionale di musicisti tra cui il tenore Matteo Mezzaro in concerto per i bambini con danni celebrali

Una delle grandi partiture per il tempo di quaresima, lo Stabat Mater di Franz Joseph Haydn, e un cast di musicisti padovani di rilievo internazionale, tra cui il tenore di Campodoro Matteo Mezzaro, prossimo al debutto alla Scala, sono i protagonisti del concerto di lunedì 6 marzo alle 21 nella chiesa di San Benedetto a Padova. Scopo della serata (a ingresso libero) è raccogliere fondi per l’acquisizione di due macchine per lo studio delle attività comunicative nei bambini con danno cerebrale. 

A San Benedetto un cast internazionale di musicisti tra cui il tenore Matteo Mezzaro in concerto per i bambini con danni celebrali

Una delle grandi partiture per il tempo di quaresima, lo Stabat Mater di Franz Joseph Haydn, e un cast di musicisti padovani di rilievo internazionale, tra cui il tenore di Campodoro Matteo Mezzaro, prossimo al debutto alla Scala, sono i protagonisti del concerto di lunedì 6 marzo alle 21 nella chiesa di San Benedetto a Padova. Scopo della serata (a ingresso libero) è raccogliere fondi per l’acquisizione di due macchine per lo studio delle attività comunicative nei bambini con danno cerebrale. Apparecchi che andranno al service di ricerca e diagnostica per bambini affetti da autismo “I bambini del silenzio”, promosso dal Lions club Tito Livio, in allestimento presso il Centro medico di foniatria di Padova.

L’esecuzione, affidata alla bacchetta di Andrea Albertin, direttore artistico della stagione operistica di San Sebastian, nei Paesi Baschi, vedrà impegnati l’Orchestra di Padova e del Veneto, il coro Città di Piazzola sul Brenta diretto da Paolo Piana, il basso di fama mondiale Roberto Scandiuzzi, il soprano Francesca Salvatorelli e il contralto Marta Moretto.

Il tenore, come detto, sarà Matteo Mezzaro, trentunenne padovano che il 12 aprile debutterà a Milano, interpretando Antonio ne La gazza ladra di Rossini diretta da Riccardo Chailly e con regia di Gabriele Salvatores. Prima di parlare di questo traguardo, tuttavia, Mezzaro desidera presentare il concerto padovano, di cui ha ideato la parte artistica, e le sue finalità.

«“I bambini del silenzio” è un progetto importante perché l'autismo, ferme restando le peculiarità di ciascun caso, se individuato e studiato in età precoce permette di stabilire una terapia ad hoc per aumentare il grado di autonomia della persona affetta. Dietro a questo nuovo centro di ricerca c’è il prof. Giuseppe Cossu, tra i massimi esperti di neuropsicologia infantile, che si è trasferito a Padova per seguirlo. Per una serie di fortunate coincidenze si sono create le condizioni affinché io e gli altri artisti padovani protagonisti del concerto potessimo fare qualcosa di bello per la nostra città».

Quando si parla di Stabat Mater, più che a Haydn si pensa a Pergolesi o Rossini.

«Quello dell’austriaco è del 1767, quindi sta in mezzo agli altri due esempi più famosi. Haydn vi esprime la propria fede, attingendo un po’ da pergolesi in termini di emotività. Lo stile è quello, prettamente classico, del quale Haydn fu il padre. Vi sono però alcune particolarità, come il carattere sinfonico dell’introduzione e una scrittura che chiede ai solisti, specie a tenore e basso, di utilizzare tutta la loro estensione vocale, cosa inusuale per l’epoca. Tra i dodici numeri dell’opera, poi, il decimo, Virgo virginum praeclara, è scritto per il quartetto dei solisti e il coro, soluzione che dà vita a un gioco sonoro che richiama quelli ideati dai Gabrieli per la basilica di San Marco a Venezia».

Tra qualche settimana debutterà alla Scala: che effetto le fa?

«Un effetto strano solo a parlarne! Per me, giovane cantante che viene dall’organo e dal canto rinascimentale e si è affacciato alla lirica su incoraggiamento dei suoi maestri, essere invitato alla Scala per una produzione che sarà trasmessa su Rai5 e diventerà un dvd, è motivo di grande orgoglio. Oggi spesso i teatri cercano la novità da lanciare e “spremere” subito e non premiano lo studio e la gavetta. Sono però convinto che la fatica fatta in passato darà continuità alla mia carriera».

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