I Dandies riportano in scena a Monselice la “messa beat” degli anni Sessanta

Cinquant’anni fa sembrò un’autentica rivoluzione, quasi quasi più dell’altare rivolto verso i fedeli e della liturgia in italiano. Ora, senza più destare scandalo, venerdì 10 giugno alle ore 21 nella pieve di Santa Giustina a Monselice lo storico gruppo musicale dei Dandies eseguirà la "messa dei giovani". Senza scandalo alcuno, anzi aiutando a riscoprire il fermento musicale di quegli anni. 

I Dandies riportano in scena a Monselice la “messa beat” degli anni Sessanta

Cinquant’anni fa sembrò un’autentica rivoluzione, quasi quasi più dell’altare rivolto verso i fedeli e della liturgia in italiano.
Portare le chitarre in chiesa voleva dire accostare… il diavolo all’acqua santa, abbinare gli strumenti di un’espressività giovanile, spesso “eccessiva” o almeno chiassosa, chitarre, e pianole elettriche (talvolta perfino una batteria…), con i canoni austeri della messa cantata, per organo e coro.

Sono passati cinquant’anni da quando per la prima volta il 27 aprile 1966 a Roma fu eseguita la “messa beat” di Marcello Giombini, che suscitò grandi entusiasmi nei giovani e grande scandalo in chi riteneva che questa fosse l’ultima tappa di una progressiva desacralizzazione del rito.
A dire il vero, quell’anno la “messa” non venne nemmeno eseguita in una chiesa, ma in un oratorio sconsacrato di Francesco Borromini. Bisognerà attendere due anni perché lo stesso autore fosse invitato dalla Pro civitate christiana a comporre canti per la liturgia e firmasse la messa Alleluia e i Salmi per il tempo presente.

Oggi comunque tutto appare ridimensionato, consentendo una “celebrazione” soffice del cinquantenario.
A Monselice venerdì 10 giugno alle ore 21 nella pieve di Santa Giustina lo storico gruppo musicale dei Dandies, attivo negli anni Sessanta nella città della Rocca e ricostituito nel 2010 con ex e nomi nuovi, eseguirà la messa dei giovani, portando dentro l’antica navata romanica, senza scandalo alcuno, l’armonia di brani divenuto ormai “classici”, come l’Hallelujah di Leonard Cohen, Blowin’ the wind e Knockin’ on heaven’s door di Bob Dylan, My sweet Lord di George Harrison.
L’iniziativa è promossa dall’Accademia monselicense in collaborazione con l’assessorato alla cultura di Monselice e intende porre l’attenzione su di un fenomeno musical-religioso pieno di sfaccettature, che ha avuto anche in Italia molti interpreti provenienti da mondi e da esperienze culturali diverse, come Claudio Chieffo, legato a Gioventù studentesca, o Chiara Lubich del Movimento dei focolari, all’interno di cui sono nati, in quello stesso anno, i gruppi Gen, Generazione nuova, i quali più che alla musica beat si rifacevano al christian rock americano.

La “messa giovane” era figlia diretta dei nuovi entusiasmi suscitati dal concilio Vaticano II, che aveva messo in evidenza la necessità di modernizzare la liturgia avvicinandola alla sensibilità dei fedeli, dei giovani anzitutto.
Una musica coinvolgente sul piano emotivo, ma anche con un certo connotato culturale e sociale, un desiderio di rinnovamento che scorreva ovunque e che in certi casi ha messo alla porta frettolosamente una tradizione che è poi rapidamente rientrata, in qualche caso perfino peggiorata, dalla finestra.
Il desiderio di portare la musica moderna dentro la liturgia era parte di quel movimento di rinnovamento che voleva colmare la separazione creatasi tra vita quotidiana e vita liturgica.

A Monselice i Dandies, nati nel 1965 con Ivo Cuccato alla batteria, Oscar Zurlo alla chitarra solista, Ivo Pasuch alla chitarra ritmica e Paolo Pilo Zoppelli al basso eseguirono la prima messa beat perfino in anticipo sul concerto romano, il 26 aprile 1966 nella cripta del duomo nuovo, che allora era ancora in costruzione.
Il gruppo, subendo varie metamorfosi, ha vissuto un paio d’anni prima di sciogliersi a causa delle differenti carriere intraprese dai suoi componenti. Nel 2010 si è ricostituito abbinando alcuni ex (Ivo Cuccato, Oscar Zurlo e Piero Zucchini) con altri musicisti come Janos Cicci Narcisi, Gianni Pippa, Emanuele Raffagnato, Elisa Benà, Lisa Zucchini e Lee Bowers.
Il suo repertorio oggi spazia su cinquant’anni di musica italiana e internazionale, dai successi anni Sessanta e Settanta al rock, dal blues al soul. L’anno scorso ha festeggiato il mezzo secolo dalla sua costituzione con varie iniziative culminate il 4 agosto con un grande concerto in piazza Mazzini a Monselice.

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