Carrara San Giorgio. Le Figlie di Maria Ausiliatrice sono partite. E adesso?

Carrara San Giorgio Questa domenica si festeggiano i novant’anni della presenza in parrocchia delle Figlie di Maria Ausiliatrice, anche se – a settembre – le ultime due sono partite. Il parroco: «Mettiamo a frutto l’eredità lasciata»

Carrara San Giorgio. Le Figlie di Maria Ausiliatrice sono partite. E adesso?

Domenica 22 ottobre la parrocchia di Carrara San Giorgio festeggia ben 90 anni di presenza delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Il programma è molto semplice: alle 9.45 l’accoglienza e alle 10 la messa solenne nella chiesa di San Giorgio presieduta da don Antonio Oriente, delegato diocesano per la vita consacrata. Al termine c’è il pranzo comunitario presso la barchessa e un momento di intrattenimento per tutti. «L’anniversario che ricorre quest’anno – spiega don Bruno Piccolo, parroco moderatore dell’unità pastorale di Due Carrare che comprende anche Carrara Santo Stefano, Cornegliana e Terradura – è bello “tondo” e significativo. Una presenza diventata nel tempo normale, parte integrante del vissuto comunitario, una famiglia tra e con le altre famiglie. Ci rammarica che la ricorrenza avvenga proprio nell’anno in cui si conclude questa presenza. Avremmo voluto essere rassicurati per una possibile continuità di tale esperienza, che per tanti decenni ha reso presente tra noi il carisma della vita religiosa e in particolare di una testimonianza di impronta salesiana, ma purtroppo le ultime due suore, suor Stefania Belloni e suor Norma Caneva, sono andate via a settembre». Generazioni di bambini hanno frequentato la scuola dell’infanzia Maria Ausiliatrice, tante le suore che si sono avvicendate, anche se negli ultimi anni erano sempre meno e si dedicavano solo all’insegnamento della religione cattolica. In parrocchia invece curavano la catechesi e la pastorale giovanile. «Con le suore tanti ragazzi e giovani hanno potuto sperimentare la gioia di una fede che ha reso davvero vicino e visibile l’amore del Signore per noi, in uno stile di grande semplicità, discrezione e di grande dedizione – continua il parroco – L’educazione delle nuove generazioni era e rimane ancora il tema centrale della vita di ogni comunità, il riferimento di ogni azione pastorale che sia attuale e concreta. Il carisma delle Figlie di Maria Ausiliatrice è orientato ai giovani, all’animazione ed educazione dei ragazzi. Nostro compito ora è fare tesoro di quanto ci hanno lasciato in eredità le suore affinché questa chiusura diventi una apertura a un di più, a qualcosa di diverso e nuovo. Non dobbiamo sostituirci a loro, ma mettere a frutto la loro presenza di questi anni». Una festa quindi che chiude una presenza, ma che apre a qualcosa di nuovo. Un ringraziamento che diventa un appello per tutta la comunità: «Che eredità ci viene consegnata in termini di operosità, fede, responsabilità dei laici, pastorale giovanile, ma anche in termini molto semplici di organizzazione? La presenza delle suore è stata preziosa, concreta e operativa, ora tocca alla comunità essere maggiormente corresponsabile nella vita parrocchiale, nell’annuncio del Vangelo. Le forze ci sono e le persone non mancano. Dobbiamo solo prendere coraggio e coscienza».

Conclusione del 60° a Santo Stefano d’Ungheria

Domenica 22 ottobre si chiudono – con la messa delle 10.30 presieduta dal vescovo Claudio – i festeggiamenti per il 60° di fondazione della parrocchia di Santo Stefano d’Ungheria in Padova. Concelebrano i sacerdoti che hanno si sono messi a servizio della comunità come parroci – quello attuale è don Oscar Kasongo Ntabala – o viceparroci. Al termine della celebrazione è previsto un rinfresco sul sagrato. Il giorno prima, alle 21 in centro parrocchiale (sala don Vincenzo), è in programma una serata in cui con foto e video vengono ripercorsi i momenti più significativi dei sessanta anni di storia della parrocchia.

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