Scienza e spiritualità si incontrano nel nome di Angelo Ferro

Gli incontri mensili, promossi dalla fondazione Hpnr, approfondiscono gli stati premorte, le esperienze mistiche, le prospettive che la spiritualità può aprire a discipline diverse come la medicina, l’economia, la fisica.

Scienza e spiritualità si incontrano nel nome di Angelo Ferro

Filosofia, psicologia, medicina, economia e fisica per parlare di... spiritualità: è la sfida lanciata dai dialoghi interdisciplinari dedicati alla “Scienza della spiritualità” iniziati lo scorso mese e che proseguono, a cadenza mensile, fino al 14 giugno, quando si terrà un incontro finale che proclama già l’intenzione di fondo dell’iniziativa: “È il tempo di una scienza della spiritualità”.

Il ciclo è promosso dalla fondazione Hpnr, insieme a Oic, università e Ordine provinciale dei medici chirurghi e odontoiatri di Padova in ricordo di Angelo Ferro, il presidente Oic scomparso a marzo. «Angelo Ferro – spiega Daniela Lucangeli, vicepresidente di Hpnr, prorettore e docente di psicologia dello sviluppo dell’università di Padova – aveva intuito la necessità per il futuro che non ci fosse contraddizione, ma piuttosto congiunzione tra i modelli scientifici e gli aspetti interiori profondi dell’humanitas, tra cui lo spirito. Per questo ho voluto che queste giornate fossero dedicate alla sua memoria, con l’obiettivo di metterci a confronto con il senso profondo della ricerca scientifica che è il servizio all’umanità».

I due linguaggi spesso sono stati oggetto di contraddizione: la scienza verifica, si diceva, lo spirito è oggetto di fede. I seminari al contrario interpellano personaggi del mondo scientifico e dell’apertura verso la spiritualità con l’intenzione di capire in che cosa la parte spirituale dell’uomo sia, dal punto di vista delle conoscenze attuali, una grande risorsa da investire per la salute interiore.

Relatori di diversa posizione concorreranno ad aprire la mente di chi ascolta, con l’obiettivo dichiarato di andare oltre a quello che sappiamo già. «I numerosi studi scientifici sugli stati di coscienza allargata, di meditazione, di premorte – spiega Patrizio Tressoldi del dipartimento di psicologia dell’università – confermano che negli ultimi anni c’è stato un avvicinamento importante che permette di affrontare non solo dal punto di vista filosofico e teologico, ma anche da quello scientifico la spiritualità in senso ampio, sia nell’ambito delle religioni monoteistiche sia quella non ispirata dalla tradizione. Per fare un esempio, nell’ambito della salute, mentre la medicina ha sempre fatto fatica a pensare che le emozioni, i pensieri delle persone influenzassero la qualità della vita, sempre di più si sta studiando il ruolo delle basi spirituali e religiose nella salute, sia in situazioni di normalità che in caso di grave malattia. La stessa Organizzazione mondiale della sanità, all’interno dei suoi strumenti di misurazione della qualità della salute, ha fin dal 2012 previsto la valutazione della religiosità, della spiritualità e delle credenze personali».

Mercoledì 16 novembre il secondo incontro di “Scienze della spiritualità” (ore 16, aula Nievo al Bo) affronterà il tema della vita dopo la morte con l’apporto di due testimoni diretti, che hanno scelto di “metterci la faccia”: Enrico Facco, autore di vari studi sull’esperienza di premorte, intervista Donatella Zanello e Roberto Albertini per poi interloquire con Edoardo Casiglia cercando di rispondere alla domanda: è solo attività cerebrale o... L’atteggiamento, ribadiscono gli organizzatori, è quello della massima onestà intellettuale, della disponibilità a rigettare qualsiasi ipotesi se i dati non coincidono, senza pregiudizi.

Ci sono quindi quattro incontri in cui persone di diversa fede religiosa (cristica, orientale, ebraica, islamica) comunicano la loro esperienza di “sperimentazione del divino”. Queste esperienze fisiche sensoriali che vengono tradizionalmente definite come “mistiche”, potrebbero essere percepite come retaggio del passato, invece continuano a verificarsi, non solo all’interno di un percorso di ricerca interiore, ma anche in persone non particolarmente religiose, e questo sollecita l’attenzione degli studiosi perché riguardano da vicino chi siamo, come siamo fatti, qual è la realtà che percepiamo.

Sono tutte esperienze che la scienza si propone di studiare e analizzare per vedere quanto siano espressione del contatto con una realtà che “ci sta sopra”, che deriva dall'ordinatore del mondo, oppure se si tratta di meccanismi frutto dei propri desideri, letture, suggestioni, illusioni. Gli altri incontri cercano di capire come la spiritualità viene percepita all’interno della medicina, dell’economia, della fisica, alla ricerca dei fondamenti ultimi della realtà, la materia prima da cui tutto proviene. «La nostra scommessa – conclude Tressoldi – è di consolidare tra alcuni studiosi almeno una comunione tra due modi di conoscere chi siamo, da dove veniamo, diversi ma non incompatibili, e che hanno entrambi l'obiettivo di conoscere risposte fondamentali per la vita umana».

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