Tutti i numeri del censimento Istat: Non profit, da "stampella" a vera risorsa

300 mila associazioni, quasi 5 milioni di volontari e 1 milione di lavoratori. Il ministro al convegno dell'Istat: «I dati confermano una situazione in crescita, grande presenza di giovani e un grande dinamismo». E in merito alla legge sul volontariato: «Discussione aperta in particolare sull'impresa sociale».

Tutti i numeri del censimento Istat: Non profit, da "stampella" a vera risorsa

Il non profit italiano è formato da 300 mila associazioni che fanno davvero funzionare la società e che non vanno considerate come la stampella dello Stato o il "riparatore dei danni sociali", ma un protagonista che sempre più deve «intervenire nella definizione delle dinamiche sociali e delle dinamiche economiche». A sottolinearlo è il ministro del Lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti, intervenuto al convegno, organizzato dall'Istat, "Il non profit in Italia. Quali sfide e quali opportuntà per il Paese".  

I dati. Il 9° censimento generale dell’Industria, dei Servizi e delle Istituzioni Non Profit ha rilevato – al 31 dicembre 2011 – 301.191 unità, il 28 per cento in più rispetto al 2001, con una crescita del personale impiegato pari al 39,4 per cento.
Il settore conta sul contributo di 4,7 milioni di volontari, 681 mila dipendenti, 270 mila lavoratori esterni e 5 mila lavoratori temporanei. Sono inoltre presenti altre tipologie di risorse umane che prestano a vario titolo la loro attività nelle istituzioni rilevate: 19 mila lavoratori comandati/distaccati, 40 mila religiosi e 19 mila giovani del servizio civile. I volontari sono nel complesso giovani: 950 mila infatti hanno meno di 29 anni (pari al 20 per cento, di cui il 4 con meno di 18 anni) a fronte di 704 mila volontari con più di 64 anni. Il 43,2 per cento dei volontari ha tra i 30 e i 54 anni di età. Cultura, sport e ricreazione e Ambiente sono i settori con una spiccata presenza giovanile.
 
Da "riparatori" a protagonisti. «Il censimento Istat sottolinea la rilevanza del fenomeno: i dati ci confermano una situazione in crescita, dove c'è una grande presenza di giovani e un grande dinamismo – ha sottolineato Poletti – Questo per noi significa avere un'opportunità, possiamo immaginare che questa forza cresca, pesi sempre di più e cambi anche il contenuto qualitativo della sua presenza, non configurandosi più come un elememento che arriva a posteriori a riparare i danni sociali  prodotti ma come un protagonista che interviene dall'inizio ed evita che i problemi si producano. Questo è un cambiamento di ottica che come governo abbiamo intenzione di promuovere attraverso le nostre politiche».
 
Sul modo in cui il governo intende intervenire, Poletti ha ricordato che c'è una discussione aperta in particolare sull'impresa sociale, con l'obiettivo di giungere a un testo organico recuperando il lavoro già fatto dal parlamento ma con due attenzioni specifiche: «Cercheremo  di produrre una semplificazione, in particolare sugli strumenti che intervengono in campo sociale e che sono frammentati e distribuiti tra enti locali, comuni, regioni e stato. Accanto a questo, se è vero che c'è bisogno di costruire una regia, all'Italia servono soprattutto un'idea di società e di economia nuove, supportate da provvedimenti coerenti». 

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Parole chiave: non profit (16), terzo settore (61), volontariato (119), Poletti (21), Istat (60), associazioni (12)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)