Testimoniare sempre la vita

Venerdì 11 aprile, il papa ha incontrato i volontari dei Centri di aiuto alla vita tra la sentenza della Consulta che apriva alla fecondazione eterologa e lo scoppio del caso di scambio degli embrioni a Roma. Il monito: «La vita è una e inviolabile, questo diritto non può essere sottoposto ad alcuna condizione. Uno dei grandi rischi della nostra epoca sta nel divorzio tra la morale e l’economia, tra un mercato infarcito di tecnologia e le norme etiche della natura umana»

Testimoniare sempre la vita

Il Movimento per la vita è stato ricevuto in udienza da papa Francesco all’indomani della sentenza della Corte costituzionale che dichiarava l’illegittimità del divieto alla fecondazione assistita eterologa. Due giorni dopo sarebbe scoppiato invece il caso dello scambio di embrioni a Roma che ancora farà discutere per molto, e fin da subito lascia vedere le conseguenze a cui si va incontro quando i concetti di paternità e maternità vengono slegati dall’ambito biologico, naturale, a cui appartengono. Per questo, le parole che il papa ha rivolto ai “volontari della vita” assumono un rilievo particolare: permettono di ritornare ancora una volta sulle posizioni della chiesa in materia e, soprattutto, alle motivazioni che stanno dietro a queste.

Ringraziando i presenti per la testimonianza che offrono quotidianamente in favore della vita, papa Bergoglio ha ricordato che «la vita umana è sacra e inviolabile. Ogni diritto civile poggia sul riconoscimento del primo e fondamentale diritto, quello alla vita, che non è subordinato ad alcuna condizione, né qualitativa né economica né tantomeno ideologica». E questo vale dal concepimento alla fine dell’esistenza della persona, ha sottolineato il pontefice. D’altra parte, «uno dei rischi più gravi ai quali è esposta questa nostra epoca – ha riflettuto Bergoglio – è il divorzio tra economia e morale, tra le possibilità offerte da un mercato provvisto di ogni novità tecnologica e le norme etiche elementari della natura umana, sempre più trascurata. Occorre pertanto ribadire la più ferma opposizione a ogni diretto attentato alla vita, specialmente innocente e indifesa, e il nascituro nel seno materno è l’innocente per antonomasia».In materia si era espresso, cinquant’anni fa anche il concilio Vaticano II al numero 51 della costituzione Gaudium et spes: «La vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura; l’aborto e l’infanticidio sono delitti abominevoli».

Dopo il plauso nei confronti di un medico pentito che anni fa volle donargli gli strumenti con cui aveva praticato gli aborti, il papa ha ricordato ai volontari dei Centri di aiuto alla vita che «a chi è cristiano compete sempre questa testimonianza evangelica: proteggere la vita con coraggio e amore in tutte le sue fasi. Vi incoraggio a farlo sempre con lo stile della vicinanza, della prossimità: che ogni donna si senta considerata come persona, ascoltata, accolta, accompagnata». Ma papa Bergoglio non ha dimenticato nemmeno gli anziani, coloro che assieme ai bambini rischiano di entrare «in questa cultura dello scarto e vengono pensati come materiale scartabile». E invece «no, i bambini e i nonni sono la speranza di un popolo. I bambini, i giovani perché lo porteranno avanti, porteranno avanti questo popolo; e i nonni perché hanno la saggezza della storia, sono la memoria di un popolo».

Tra le iniziative del Movimento per la vita italiano che il papa ha dimostrato di apprezzare di più c’è il progetto “Gemma”, che negli ultimi vent’anni ha permesso, attraverso la solidarietà concreta, la nascita di tanti bambini che altrimenti non avrebbero visto la luce. Durante l’incontro non è mancato lo spazio per le battute con cui il papa rende a ogni occasione l’atmosfera familiare, informale. Così, dopo aver temuto di aver sbagliato stanza, entrando in un «kindergarten», papa Francesco ha congedato i presenti con «un’ultima cosa. Per me quando i bambini piangono, quando i bambini si lamentano, quando gridano, è una musica bellissima. Ma alcuni bambini piangono di fame. Per favore dategli da mangiare qui tranquillamente!», inaugurando così idealmente la nursery vaticana.

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