Padova “centro del pensiero” nel nuovo libro di Silvia Gorgi

Forse non tutti sanno che a Padova... è il manuale scritto dalla giornalista Silvia Gorgi su storie e anedotti che hanno reso grande la città del Santo nel corso dei secoli fino ai giorni nostri.

Padova “centro del pensiero” nel nuovo libro di Silvia Gorgi

È appena cominciato il lavoro di Silvia Gorgi, autrice di Forse non ti sanno che a Padova..., perchè la città del Santo continua a stupire, a far emergere, come da una una miniera inesauribile, storia, cultura, tradizioni che non smettono di incuriosire.
Edito da Newoton Compton editori (pp 314, euro 12,00), il manuale della giornalista, che ama definirsi “padovana doc”, va ad arricchire già la ricca bibliografia turistica scritta di recente sulla città, come i titoli di Paola Tellaroli Misteri e storie insolite di Padova, 101 perché sulla storia di Padova che non puoi sapere e 101 cose da fare a Padova almeno una volta nella vita e Il giro di Padova e dintorni in 501 luoghi di Laura Organte, per anni collaboratrice della Difesa.
Ma il leit motiv di Solvia Gorgi è diverso dalle precedenti pubblicazioni, perchè con il suo lavoro di recupero di curiosità e aneddoti storici dimostra come Padova sia sempre stata attraverso secoli centro di pensiero: «Ogni epoca mi ha stupito e meritava ulteriori approfondimenti; alla fine, sebbene il manuale abbia uno sviluppo cronologico che parte dall'Umanesimo e arriva ai giorni nostri, mi sono soffermata di più su quanto è accaduto nell'Ottocento e nella prima metà del Novecento, in particolare negli anni Sessanta».

Ma Padova continua ancora a essere “culla delle arti” come la definì William Shakespeare? Cosa le manca rispetto al passato e cos'ha invece oggi di nuovo che prima non aveva?
«Direi che di sicuro è ancora culla di scienza e medicina, sono moltissimi i primati che la città detiene, basti pensare che, se nel 1985 a Padova è avvenuto il primo trapianto di cuore in Italia, in questo 2016 c’è stato il primo intervento, a livello mondiale, a cuore battente. In campo scientifico le missioni nello spazio su Marte e su Mercurio, la conferma delle onde gravitazionali passano tutte attraverso ricercatori e studiosi che lavorano a Padova. Anche per le arti c’è un certo fermento nuovo: molti street artist della nostra città sono conosciuti a livello internazionale. Padova ha dato i natali a Maurizio Cattelan, uno degli artisti più quotati al mondo. Di sicuro c’è una tendenza in città: una nuova imprenditorialità si sta facendo conoscere nell’alta tecnologia, fra 3D ed effetti speciali, e tutto ciò aiuta la città del Santo a essere quel che si definisce oggi una smart city. Sempre di Padova è Marco Revelant, che nel 2015 ha vinto un award assegnato dall’Academy in ambito scientifico, grazie al suo lavoro come senior modeler alla Weta digital in Nuova Zelanda, dove ormai lavora da alcuni anni».

In questa ricerca, che attinge comunque a piene mani dalla tua attività giornalistica, quali sono state le fonti principali?
«Sono state per me fonti preziose saggi, giornali, riviste, oltre alle visite ai luoghi e ai musei di cui parlo. Insieme a tutto questo c’è stato l’aiuto da parte di alcune delle splendide associazioni culturali che animano il territorio, e che magari sono anche sui social molto presenti, con pagine Facebook sulla città, blog, siti... e le persone e le loro storie che ho raccolto come giornalista».

Solo per citarne alcune ricordate nei ringraziamenti alla fine del libro: Alberto Botton, ideatore e curatore del blogdipadova.it, la critica d'arte contemporanea Virginia Baradel, Francesca Panizzolo, esperta di turismo sostenibile e profonda conoscitrice del bosco di Sant'Angelo di Piove, Alberto Espen, autore del libro sulla garibaldina Antonia Masenello. E tanti, tanti altri che attraversano il territorio padovano, si soffermano e imparano ad amarlo e promuoverlo con tutti i mezzi a disposizione: la voce, le immagini, le pagine di un libro.

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