Il programma triennale della Cariparo ha in testa il sociale

La fondazione Cariparo stima per il triennio 2016-2018 altri 120 milioni di euro (lo stesso portfolio del triennio che si sta per chiudere) generati dall’avanzo di esercizio da riservare alla propria attività istituzionale.

Il programma triennale della Cariparo ha in testa il sociale

Cinque i principali ambiti in cui la fondazione  Cassa di risparmio di Padova e Rovigo ha deciso di ribadire il proprio impegno mediante bandi, progetti propri ed erogazioni a terzi: l’assistenza e la tutela delle categorie deboli a cui vanno 9 milioni di euro (che equivalgono al 23 per cento del totale di disavanzo), l’arte e le attività culturali a cui vengono riservati 8 milioni di euro (20 per cento), la ricerca scientifica con 7,5 milioni di euro (19 per cento), la salute e l’ambiente (7 milioni, 17 per cento) e listruzione con altri 7 milioni di euro.
Il restante 4 per cento (in euro: 1,5 milioni) sarà destinato ad altri settori (sport e protezione civile, sicurezza alimentare e agricoltura di qualità). Sebbene nel precedente triennio l’ente avesse stimato lo stesso volume di risorse, è stato possibile erogare comunque altri 7 milioni e 36 mila euro grazie a un ulteriore avanzo di esercizio maturato dal proprio patrimonio.

«La fondazione investe – ha spiegato il presidente Antonio Finotti durante la presentazione dei programmi per il prossimo triennio – sulla base delle risorse effettivamente conseguite. Abbiamo deciso che l’impegno privilegerà soprattutto i progetti presentati insieme da pubblico e privato, e che l’obiettivo strategico continuerà a essere il sostegno alle fasce deboli della popolazione per fornire risposte innovative al passo con i tempi. Una sottolineatura merita anche la nostra scelta di finanziare la riqualificazione di due edifici scolastici storici (uno a Padova e uno a Rovigo) per garantire la sicurezza dei ragazzi che li frequentano ogni giorno. Su questo vogliamo lanciare più che altro un segnale, perché il problema è serio e ingente, con l’augurio che lo stato presto mantenga la promessa di messa a norma di tutti gli edifici scolastici».

Un altro aiuto importante della fondazione andrà alla nascita d’imprese culturali, soprattutto guidate da giovani, affinché venga favorita l’imprenditorialità in questo settore come strada per il superamento della crisi e la valorizzazione del patrimonio storico e artistico locale.
Finotti ha ricordato, poi, l’iniziativa congiunta tra Acri e governo contenuta nella legge di stabilità per il prossimo anno per contrastare il disagio, in particolare quello infantile: «Per gli anni 2016, 2017 e 2018, per ogni euro messo a disposizione dalle fondazioni a sostegno dell’iniziativa di welfare sussidiario, 75 centesimi potranno essere recuperati mediante il riconoscimento di un credito d’imposta fino all’importo di 100 milioni di euro per anno». «Qualità della vita e sviluppo sostenibile – ha precisato il segretario generale Roberto Saro – nelle province di Padova e Rovigo rappresentano il nostro obiettivo. Interveniamo su un territorio abitato da un milione e 200 mila persone distribuite in 154 comuni. L’età media è di 43,4 anni a Padova e 46 a Rovigo e per ogni giovane si calcolano 1,5 anziani a Padova e 2,1 a Rovigo: i nostri interventi devono tener conto di questi dati e per questo l’assistenza alle fasce più deboli è al centro delle politiche di Cariparo».

Inoltre, povertà e mancanza di lavoro rappresenteranno altri due principali ambiti di azione.
In Veneto tra il 2012 e il 2013 l’incidenza della povertà relativa è aumentata di quasi un punto percentuale, tanto che nel 2013 si contavano 117 mila famiglie in povertà assoluta (più 3.500 unità rispetto al 2012). Anche i tassi di disoccupazione nel 2014 (quasi 8 per cento a Padova e circa il 9 per cento a Rovigo) mostrano come la mancanza di lavoro rappresenti una problematica ancora diffusa.
Senza contare gli effetti determinati dai fenomeni migratori, con un numero di stranieri che nel 2015 rappresentano il 15 per cento della popolazione a Padova (più 5 per cento rispetto al 2013) e l’8 per cento della popolazione a Rovigo (più 2 per cento rispetto al 2013).

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