Stati generali del carcere, i volontari chiedono maggiore coinvolgimento

Dopo la conclusione del lavoro dei Tavoli di studio, la Conferenza nazionale volontariato giustizia scrive al ministro Orlando chiedendo di avere accesso ai documenti definitivi e di essere coinvolti nel dibattito che si dovrà ora aprire nella società. Favero: poco spazio politico al volontariato.

Stati generali del carcere, i volontari chiedono maggiore coinvolgimento

Insoddisfatti ma pronti a collaborare
I volontari che operano all'interno e all'esterno del carcere e che si riconoscono nella Conferenza nazionale volontariato giustizia, scrivono al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ai componenti Comitato scientifico degli “Stati generali dell’esecuzione penale” e al coordinatore per chiedere di essere coinvolti “nel dibattito che si dovrebbe aprire nella società sui temi della giustizia, del carcere e del reinserimento”, a conclusione della prima fase dei lavori degli esperti.
L’organismo raccoglie più di 200 esperti provenienti dal mondo accademico, dalla magistratura, dal mondo forense, della cooperazione internazionale, del volontariato e dagli ambienti penitenziari; 18 i tavoli tematici, ognuno con un proprio coordinatore, che hanno concluso di recente la propria attività dopo mesi di ricerche, comparazioni con modelli e sistemi europei, sondaggi e questionari, rivolti sia alla popolazione detenuta che agli operatori degli istituti.

Voluta dal ministro Orlando dopo la condanna da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo, l’iniziativa è stata varata a maggio ed ha lo scopo di ridisegnare la mappa dell’esecuzione penale italiana.
I rapporti di medio termine degli Stati generali sono stati pubblicati sul sito del ministero ma è intorno ai risultati finali di questo lavoro che si concentra la richiesta della Conferenza, che rappresenta enti, associazioni e gruppi impegnati in esperienze di volontariato penitenziario.
In una lettera aperta al ministro la Conferenza chiede di poter avere accesso al più presto ai documenti definitivi prodotti dai Tavoli di lavoro e di essere parte attiva nel momento in cui il dibattito sul futuro del carcere si sposta dal tavolo degli esperti alla società.
“I lavori dei tavoli svolto agli Stati generali è pronto e contengono molte cose interessanti, un vero cambio culturale – spiega la presidente Ornella Favero, che fa parte di uno dei tavoli – Il problema è che è tutto fermo: abbiamo chiesto ripetutamente di mandarci i report finali che dovevano essere diffusi immediatamente dopo la chiusura dei lavori, cioè a fine dicembre, ma ancora non circolano. Abbiamo aspettato, fatto richiesta al comitato scientifico che attendeva il via libera del Ministro, che evidentemente non è ancora arrivato. Il problema è che i tempi sono stretti perché c'è in ballo la legge delega per la riforma dell'ordinamento penitenziario. Ci piacerebbe poter diffondere questi materiali, portando il dibattito – come voleva il ministro – dentro la società: d'altra parte questo è un ruolo chiave del volontariato”.

“La Conferenza – si legge infatti nella lettera diffusa dalla Conferenza – ha apprezzato da subito la voglia di innovare e produrre una svolta culturale nell’esecuzione penale, che ha caratterizzato la sua scelta di indire gli Stati Generali, e ha però anche espresso fin dall’inizio il suo dissenso sulle modalità con cui il Volontariato era stato coinvolto all’interno dei 18 Tavoli. Ma nello stesso tempo, a lavori quasi conclusi, ritenevamo e riteniamo più importante dare il nostro apporto a questa seconda fase, di diffusione dei risultati dei Tavoli, di approfondimento e discussione all’interno della società, piuttosto che restare attaccati alla nostra insoddisfazione”. Un’insoddisfazione tutta legata al ruolo del volontariato nella prima fase dei lavori negli Stati generali.
“Dall'inizio abbiamo lamentato il fatto che il coinvolgimento del volontariato è stato "individuale". Io stessa – precisa Favero – ho partecipato a un tavolo come Ristretti Orizzonti e non come Conferenza nazionale volontariato e giustizia. Lo stesso è valso per i molti volontari nei tavoli. Il problema è che si esalta il ruolo del volontariato ma gli si dà poco spazio politico. La Conferenza è nata proprio per superare questo grosso limite, coordinare il volontariato e dargli più peso”.

Tuttavia chiarisce la presidente della Conferenza “anche se questo coinvolgimento non c'è stato, siamo disponibili adesso, per diffondere appunto i materiali, favorendo dibattito, ma non possiamo farlo se non vengono prima resi pubblici”.
“Lei sa bene, per averlo sottolineato più volte, che molte delle attuali opportunità (ancora troppo limitate) di occupare il tempo della pena in modo sensato e di costruire dei percorsi di reinserimento guidati e sostenuti sul territorio si devono ai volontari impegnati nelle carceri e nell’area penale esterna, volontari che si riconoscono nella Conferenza Nazionale – si legge ancora nel testo – È per questo che le chiediamo di essere realmente coinvolti nel dibattito che si dovrebbe aprire nella società sui temi della Giustizia, del carcere e del reinserimento, e di esserlo a partire dalla possibilità di leggere finalmente le relazioni conclusive degli Stati Generali, di discuterne e di portare il confronto su questi temi nelle carceri stesse e nella società” .
La Conferenza pensa ad esempio al progetto “A scuola di libertà”, iniziativa grazie alla quale le associazioni ogni anno incontrano in carcere e nelle scuole migliaia di studenti e promuovono un lavoro di sensibilizzazione sulle pene e sul carcere nelle università, nei quartieri, nelle parrocchie. “Ci auguriamo che questo appello possa essere da Lei accolto – conclude l'appello – e che possa essere dato ascolto al più grande coordinamento che opera in questo campo a livello nazionale, superando la poca chiarezza che c’è stata nella fase iniziale dei lavori degli Stati Generali”.

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Parole chiave: ornella favero (1), ristretti orizzonti (5), carcere (45), volontariato (119)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)