Terzo settore, Renzi presenta la sua proposta

Tre obiettivi: costruire un nuovo welfare partecipativo, valorizzare il tesoro inestimabile di risorse umane, finanziarie e relazionali del non profit, premiare i comportamenti donativi dei cittadini. E poi 5 linee guida e 29 azioni, tra cui il servizio civile universale per 100 mila giovani.

Terzo settore, Renzi presenta la sua proposta

«Esiste un'Italia generosa e laboriosa che tutti i giorni opera silenziosamente per migliorare la qualità della vita delle persone. È l'Italia del volontariato, della cooperazione sociale, dell'associazionismo no profit, delle fondazioni e delle imprese sociali. Lo chiamano terzo settore, ma in realtà è il primo». Iniziano così le linee guida della riforma del terzo settore che il presidente del consiglio Matteo Renzi rende note oggi.
«Anche in questo caso – assicura il premier – vogliamo fare sul serio. Per realizzare il cambiamento economico, sociale, culturale, istituzionale di cui il paese ha bisogno è necessario che tutte le diverse componenti della società italiana convergano in un grande sforzo comune. Il mondo del terzo settore può fornire un contributo determinante a questa impresa, per la sua capacità di essere motore di partecipazione e di autorganizzazione dei cittadini, coinvolgere le persone, costruire legami sociali, mettere in rete risorse e competenze, sperimentare soluzioni innovative».
Renzi aggiunge: «Noi crediamo che profit e non profit possano oggi declinarsi in modo nuovo e complementare per rafforzare i diritti di cittadinanza attraverso la costruzione di reti solidali nelle quali lo stato, le regioni e i comuni e le diverse associazioni e organizzazioni del terzo settore collaborino in modo sistematico per elevare i livelli di protezione sociale, combattere le vecchie e nuove forme di esclusione e consentire a tutti i cittadini di sviluppare le proprie potenzialità».
Sono tre i principali obiettivi per la riforma del terzo settore, che il governo varerà con legge delega il 27 giugno: «Tra gli obiettivi principali vi è quello di costruire un nuovo welfare partecipativo, fondato su una governance sociale allargata alla partecipazione dei singoli, dei corpi intermedi e del terzo settore al processo decisionale e attuativo delle politiche sociali, al fine di ammodernare le modalità di organizzazione ed erogazione dei servizi del welfare, rimuovere le sperequazioni e ricomporre il rapporto tra stato e cittadini, tra pubblico e privato, secondo principi di equità, efficienza e solidarietà sociale».
Un secondo obiettivo è «valorizzare lo straordinario potenziale di crescita e occupazione insito nell'economia sociale e nelle attività svolte dal terzo settore, che a ben vedere è l'unico comparto che negli anni della crisi ha continuato a crescere, pur mantenendosi ancora largamente al di sotto, dal punto di vista dimensionale, rispetto alle altre esperienze internazionali. Esiste dunque un tesoro inestimabile, ancora non del tutto esplorato, di risorse umane, finanziarie e relazionali presenti nei tessuti comunitari delle realtà territoriali che un serio riordino del quadro regolatorio e di sostegno può liberare in tempi brevi a beneficio di tutta la collettività, per rispondere ai nuovi bisogni del secondo welfare e generare nuove opportunità di lavoro e di crescita professionale».
Il terzo obiettivo della riforma «è di premiare in modo sistematico con adeguati incentivi e strumenti di sostegno tutti i comportamenti donativi o comunque prosociali dei cittadini e delle imprese, finalizzati a generare coesione e responsabilità sociale».
I tre obiettivi sono poi declinati in 5 linee guida e 29 azioni concrete, tra cui spicca anche l'istituzione del servizio civile universale per 100 mila giovani.

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Parole chiave: terzo settore (61), welfare (91), Renzi (141), servizio civile (35), governo (76)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)