Nel 60° anniversario della tragedia i teatri sono al centro di un’azione civile. A Padova, l’esempio di chi non si girò dall’altra parte
Vajont 60
«L’onda della morte. Le vittime sarebbero duemiladuecento».
La testimonianza di Teresa D’Incà maestra che in quel periodo insegnava a Longarone. Nei suoi ricordi, i colleghi e alunni che hanno perso la vita
L’interesse di pochi ha ricadute sulla vita di molti e sull’ambiente. Dalla “lezione” Vajont non tutti hanno imparato. E si contano i danni
La mattina del 9 ottobre 1963 la maestra Teresa D'Incà di Trichiana, che in quel periodo abitava a Belluno, si reca come tutti i giorni a Longarone per far scuola alle alunne della classe quinta elementare. Apparentemente è una giornata tranquilla, la scuola è ripartita da appena una settimana. Quella mattina, prima di entrare in classe, il collega maestro Paolino De Bona, che abitava con la famiglia nella frazione di Rivalta, pronuncia queste parole che Teresa ricorda molto bene: “Se la diga del Vajont cede, sono il primo a partire!”