Ecosistema urbano, Legambiente boccia Padova

Rapporto Legambiente-Sole 24 ore sull'ecosistema urbano. Padova al 54° posto tra i capoluoghi di provincia, davanti solo a Verona in Veneto. L'anno scorso era 39°: un crollo verticale negli indicatori su traffico, gestione dei rifiuti, consumo di suolo, energie rinnovabili.

Ecosistema urbano, Legambiente boccia Padova

Ecosistema urbano, è la “fotografia ambientale” dei capoluoghi che Legambiente scatta annualmente, in collaborazione con il Sole 24 Ore, puntando l’attenzione sugli indicatori che meglio di altri descrivono quello che l’amministrazione locale fa (o non fa) per migliorare la qualità urbana (mobilità, gestione dei rifiuti e delle acque e – in generale – la qualità del proprio territorio….).
Quest'anno per Padova la bocciatura è evidente: al 54° posto nella “classifica” dei capoluoghi italiani, con un balzo all'indietro in un anno di ben 15 posizioni e il penultimo posto in Veneto, davanti solo a Verona. Colpa della giunta Bitonci? No, visto che i dati sono quelli, riferiti al 2013, dell’ultimo anno pieno di governo del centro sinistra.
«Nonostante la città migliori in alcuni parametri – sottolinea il portavoce di Legambiente Lucio Passi – tra quali spiccano l’aumento della raccolta differenziata e degli impianti solari termici e fotovoltaici, e abbia un’estesa rete di piste ciclabili, Padova resta attanagliata dai problemi di sempre: ha una pessima qualità dell’aria, è congestionata dal traffico, e un trasporto pubblico urbano cronicamente non all’altezza di una città sostenibile. Resta poi l’abnorme consumo di suolo e l’alluvione edilizia con tutti i guasti a cascata che comporta: aumento della mobilità privata, inquinamento, perdita di qualità territoriale. Da tempo Legambiente chiede una revisione dell’edificazione prevista dai piani comunali, che con 4.692.124 metri cubi è assolutamente sovradimensionata».
Saprà la Giunta Bitonci – si domandano gli ambientalisti – far uscire Padova dalla stagnazione ambientale in cui gli anni del governo Zanonato-Rossi l’hanno condotta?
«Temiamo di no – ecco la risposta – visti i primi orientamenti: l’addio alla seconda linea del tram, le nuove edificazioni in zona Iris, la mancanza di atti formali per il verde di piazzale Boschetti, la localizzazione del nuovo ospedale in un’area a rischio idrogeologico, la parziale riduzione della Ztl in centro, la volontà di costruire nuovi parcheggi, soprattutto nell’ex casema Prandina, la mancata spinta all’espansione della raccolta differenziata porta a porta, non ci fanno ben sperare».

In allegato le tabelle riassuntive dei capoluoghi, i dati della città di Padova e il confronto con gli altri capoluoghi del Veneto.

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Fonte: Comunicato stampa