Un passato rigido e dogmatico, un presente di legami di cuore

Il cammino di iniziazione cristiana nel vicariato di Agna. Nonostante difficoltà e titubanze, i genitori hanno l’occasione di non essere spettatori passivi, di riscoprire la propria fede, rompendo pregiudizi e schemi del passato, legati a un approccio dogmatico, “razionale”, e di sentirsi in cammino comune, confidando nel dialogo, nel confronto, nella condivisione, nelle confidenze.

Un passato rigido e dogmatico, un presente di legami di cuore

La presenza di piccole parrocchie nelle nostre due unità pastorali, la necessità di mettere insieme risorse e carismi e di offrire alle comunità occasioni di maggiori condivisione, avevano favorito da tempo esperienze di progettazione, di lavoro sinodale, di cammini comuni.
Questo aveva coinvolto i ragazzi e i genitori soprattutto negli incontri di preparazione ai sacramenti e aveva dato inizio a una storia, creato dei legami, affinato la capacità di affrontare il nuovo. Nelle catechiste aveva favorito la consapevolezza di dover crescere anche nella formazione.

Per questo tutto il vicariato si è impegnato a portare nelle nostre comunità i corsi di formazione per catechisti proposti dalla diocesi.
La partecipazione è stata totale, fedele, stimolante. È in questa realtà che si è inserito il percorso di iniziazione cristiana, cominciato tre anni fa, secondo le indicazioni della diocesi. I genitori hanno accolto l’impegno perché coerente con la scelta che hanno fatto nel richiedere il dono del battesimo per i loro figli.
Forse possono averlo sentito come un ulteriore dovere. Forse nelle piccole realtà non si è sempre liberi di scegliere, per paura del giudizio degli altri, per mancanza di coraggio, per convenienza. Ma questo valeva nel passato.

Oggi crediamo e confidiamo nella capacità di ognuno di essere persona capace di riconoscere e di scegliere il bene.
Sicuramente i genitori hanno l’occasione di non essere spettatori passivi, di riscoprire la propria fede, rompendo pregiudizi e schemi del passato, legati a un approccio dogmatico, “razionale”, e di sentirsi in cammino comune, confidando nel dialogo, nel confronto, nella condivisione, nelle confidenze.

Non c’è competizione: è l’occasione per incontrare la Parola e farla diventare vita buona.
Negli incontri di Ic si scopre che la vita chiama a formare alleanze educative e formative, a intessere legami di cuore che possono aiutare a orientare. E così da una necessità, può nascere una preziosa opportunità.
Ci sono delle difficoltà oggettive, legate anche alla storia del momento delle nostre comunità che si sentono ancora un po’ disorientate di fronte ai cambiamenti che necessariamente richiede la vita in unità pastorale.
Inoltre già respiriamo una certa difficoltà nel trovare nuovi catechisti, perché il percorso è impegnativo, richiede continuità e disponibilità nel tempo. E perché i catechisti sono persone responsabili del loro ruolo educativo e della testimonianza che ne consegue.

Ci piacerebbe che i genitori mantenessero la fedeltà negli incontri, che testimoniassero la fede scoperta o ritrovata nel vivere quotidiano, in famiglia e nelle comunità.
Ci piacerebbe che i ragazzi mantenessero la stessa curiosità, il desiderio di conoscere e fare esperienza di Gesù e della Parola, di renderla viva.
Ma questo è già un nuovo tempo per loro. Da buoni cristiani dobbiamo fidarci della presenza dello Spirito e credere nella forza del seme che diventa frutto.

Francesca Vianello - coordinatrice vicariale dei catechisti

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