Villanova di Camposampiero. L’organo ritorna nella sua pieve

È un ritorno quello dell’organo Agostini nella pieve di San Prosdocimo Oltrebrenta a Villanova di Camposampiero, festeggiato a giugno con un concerto inaugurale. Lo storico strumento musicale era infatti originariamente posto nella chiesetta prima di essere smontato e portato nella nuova parrocchiale, nel 1956. 

Villanova di Camposampiero. L’organo ritorna nella sua pieve

L’organo necessitava ormai di un lavoro di restauro, approvato dalla Soprintendenza nel luglio 2017, cui si è potuto dare corso grazie a contributi pubblici e privati. A inizio 2023 è arrivata anche l’autorizzazione della Soprintendenza allo spostamento nella pieve, dando così compimento all’intero progetto. Come prova una targhetta posta sopra la tastiera, l’organo fu costruito da Angelo Agostini, nato a Padova nel 1809 e morto nel 1870. Attivo tra Venezia, Vicenza e il Trentino, Agostini nel 1845 aveva già una propria fabbrica d’organi in città: tra i molti strumenti da lui fabbricati o restaurati vi è quello della Cattedrale padovana. «Levate le canne, sulla parete di fondo della cassa apparve la scritta 1869, a indicare la data di costruzione dell’organo. Per cui quello di Villanova fu uno degli ultimi da lui realizzato» spiega Luciano Biasiolo, studioso della storia locale. Tale scritta confermerebbe anche come lo strumento fosse stato fatto appositamente per la pieve di Villanova. Un organo definito «incredibilmente integro», perché non ha subito interventi di aggiornamento tecnologico o modifiche, ma solo di pulizia e accordatura. Tutte le parti dello strumento sono state portate in laboratorio per il restauro. Anche la “facciata”, le pareti laterali e la grande parete di fondo lignea sono state staccate e recuperate. La cassa è stata quindi portata in pieve e montata nella nicchia dove era in origine, sulla cantoria sopra l’ingresso, la cui decorazione riprende quella dell’organo. Nel frattempo, in laboratorio tutte le parti, in particolare le canne, sono state revisionate e riparate, mentre il mantice è stato completamente ricostruito. Quanto alla parte decorativa, necessitava anch’essa di un restauro, eseguito levando il pesante strato di vernice stesa in tempi relativamente recenti e ritinteggiando tutto l’esterno con un colore intonato all’ambiente. Rimontate le canne nella nuova sede e accordate, lo strumento è di nuovo funzionante e la pieve è pronta per ospitare concerti come quello inaugurale, tenuto dal maestro Nicolò Sari, direttore del festival organistico internazionale “Gaetano Callido”. La spesa per il restauro è stata di 65 mila euro, finanziati per 26.072 euro dalla Cei, 25 mila dalla Fondazione Cariparo e il resto da offerte dei parrocchiani. A eseguire il restauro è stata la ditta Luigi Patella di Cinto Euganeo, mentre la cassa decorativa è stata restaurata dalla ditta Piovan Valentina-Restauro opere d’arte di Albignasego.

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